Oggi, sabato 16 marzo, alle 16, presso le sale del Museo Civico Il Correggio in Corso Cavour 7 a Correggio, inaugura la mostra Nel solco, l’inchiostro.
L’esposizione, aperta fino al 14 aprile (ingresso libero), propone un’ampia selezione di opere, tra le oltre duecento, donate alla Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla da suor Giovanna Barbieri, originaria di San Biagio di Correggio, e appartenente alla Congregazione delle Missionarie di Maria Ausiliatrice – Saveriane di Parma.
La collezione Barbieri è composta prevalentemente da stampe, realizzate perlopiù nel XIX secolo da artisti correggesi. Correggio, infatti, può vantare un posto significativo nella storia dell’incisione: nessun altro centro del vecchio Ducato Estense può fare altrettanto.
Nel solco, l’inchiostro è un’iniziativa del Museo Diocesano di Reggio Emilia in collaborazione con il Museo Il Correggio ed è curata dal professor Zeno Davoli, tra i principali esperti locali di incisioni.
Gli incisori correggesi protagonisti presenti nell’esposizione sono: Giuseppe Asioli, Andrea Bernieri, Gaetano Cottafavi, Delfino Delfini, Samuele Jesi, Abram Rimini e Antonio Villa. Una sezione della mostra è dedicata a ritratti di Antonio Allegri detto Il Correggio.
“La mostra è promossa dal Museo Diocesano – sottolinea l’architetto Monica Zanfi, responsabile del MAB – che apre le proprie porte per far conoscere il patrimonio oltre i confini dell’esposizione permanente di via Vittorio Veneto a Reggio Emilia”.
“La Città di Correggio – sottolinea Gabriele Tesauri, assessore alla cultura del Comune di Correggio – è felice di ospitare questa donazione della nostra concittadina, suor Giovanna Barbieri. Un ritorno a casa, nel museo cittadino, che promuove da sempre i suoi artisti ed i suoi mecenati. Si tratta ancora una volta di dare la giusta visibilità ad una delle arti minori più rappresentative del nostro territorio”.
Durante la mostra Nel solco, l’inchiostro sarà organizzato dal Museo Il Correggio un laboratorio per bambini specifico sull’arte incisoria, per far comprendere, almeno in parte, la difficoltà e quindi la maestria, che si rendeva necessaria per padroneggiare questa arte e le sue tecniche.