“Sono 18 i minori in affido in questo momento nei quattro comuni di Carpi, Novi, Soliera e Campogalliano e in oltre la metà dei casi si tratta di affidi consensuali o parentali”, spiega la dottoressa Daniela Cani, responsabile del Servizio di tutela minori dell’Unione delle Terre d’Argine. Numeri piccoli certo ma che celano storie complesse. Delicate. Allontanare, temporaneamente, un minore dalla sua famiglia è una scelta difficile, dolorosa, ma necessaria qualora il suo equilibrio sia compromesso. Garantire il benessere psico-fisico dei bambini è un imperativo ma anche gli altri soggetti in campo devono essere tutelati, dalla famiglia biologica a quella accogliente.
Ed è proprio per rendere l’iter maggiormente “trasparente, omogeneo e misurabile” ha spiegato il presidente dell’Unione, Alberto Bellelli, che è stato redatto un nuovo Regolamento Affido Minori, (approvato lunedì 11 marzo dal consiglio dell’ente seppur col voto contrario delle forze di opposizione) volto a “tutelare i professionisti, in primis gli assistenti sociali, il cui ruolo è ben definito dal tribunale, e i nuclei familiari”.
“Con questo regolamento – spiega l’assessore alle Politiche sociali Tamara Calzolari – vogliamo sostenere lo strumento dell’affido a beneficio soprattutto del minore che necessita temporaneamente di un ambiente familiare in cui crescere serenamente. Questo regolamento scritto in modo molto semplice e non burocratico ci aiuterà a spiegare al meglio alle famiglie biologiche e affidatarie coinvolte su quali sostegni economici e accompagnamenti professionali potranno contare da parte dei servizi e le relazioni che saranno instaurate”.
L’obiettivo, prosegue Bellelli, “è sempre quello di privilegiare, laddove sia possibile, l’accoglienza in famiglia rispetto all’istituzionalizzazione e per questo auspichiamo di poter ampliare ulteriormente la schiera di coloro che apre le proprie porte per offrire a bambini e ragazzi un luogo sicuro e di farlo all’interno di un sistema di qualità”.
Una delle principali novità del regolamento, è l’introduzione di una nuova casistica, quella dei minori stranieri non accompagnati, affinché, conclude Bellelli, “questi giovani non rappresentino solo una voce di bilancio ma possano, attraverso tale opportunità, costruire qui un progetto di vita”.
Nel documento sono poi stati specificati nel dettaglio gli “interventi professionali e i contributi economici messi in campo per supportare le famiglie affidatarie” dal momento che, prosegue la dottoressa Cani, “allevare un bimbo ha costi importanti e stare vicini a minori che presentano fragilità anche importanti richiede una dose di energia superiore alla media”.
A storcere il naso davanti al Regolamento sono stati soprattuto i due consiglieri del Gruppo Misto, Rossi e Medici poiché “l’impianto pare tutelare più l’attività dell’ente che i bambini”. Accusa rispedita al mittente dalla dottoressa Daniela Cani: “noi riceviamo dal tribunale un mandato di valutazione delle capacità genitoriali per stabilire quali siano le competenze dei genitori e se hanno le risorse per mettere in atto dei cambiamenti positivi. Spetta al giudice stabilire come procedere, non al servizio. E’ la legge che tutela i minori. Purtroppo non tutte le famiglie ce la fanno, non tutti i genitori sono in grado di crescere i loro figli in modo adeguato. Noi ci sforziamo di mettere in campo ogni giorno progetti di intervento differenziati per ogni famiglia, le accompagniamo nel tempo, le aiutiamo a capire cosa ha funzionato e cosa no e poi rendiamo conto a un giudice”. I minori sono nelle loro mani.
Jessica Bianchi