Il 28 febbraio 2024 rimarrà una data storica; gli agricoltori e gli allevatori insieme ai pescatori che sono mobilitati da settimane contro la crisi hanno fatto un passo decisivo verso la costruzione dell’unità: è nato il Coordinamento degli Agricoltori e dei Pescatori italiani, spazio plurale e autonomo per rafforzare le mobilitazioni, condividere il progetto e le proposte per restituire dignità a chi lavora la terra e nel mare e costruire un’alleanza forte con la società in nome del diritto al cibo ed al territorio.
Forte è il grido unitario che sale in queste settimane dai presidi con i trattori nelle strade: l’Italia non può essere ridotta a una piattaforma commerciale speculativa, il disegno di una agricoltura senza agricoltori e di una pesca senza pescatori è un pericolo per tutti e non passerà!
“E’ il tempo nel Paese che la Nuova Riforma Agraria e dell’Agroalimentare torni a essere centrale nel dibattito pubblico sugli interessi strategici e che si inverta la strada che sta portando alla perdita definitiva del patrimonio di lavoro garantito dalle piccole e medie aziende degli agricoltori, pastori, trasformatori artigianali, pescatori vera garanzia di tutela ambientale contro l’abbandono delle terre e delle aree costiere. Ed è il tempo – spiegano in una nota congiunta Salvatore Fais per Agricoltori Italiani, Gianni Fabbris per Altragricoltura, Roberto Congia per il Movimento Pastori Sardi, Maurizio Senigagliesi per il Movimento Riscatto Agricolo e Angelo Distefano per il Comitato Popolo Produttivo – che la politica (Nazionale e Regionale) metta mano alle questioni più urgenti per impedire il tracollo delle attività produttive a partire dalle norme per il controllo, la trasparenza del mercato e contro la concorrenza sleale e il dumping, dalla garanzia che il reddito remuneri gli investimenti assicurando la copertura dei costi produttivi, dalla moratoria dei debiti e da un piano per la fuoriuscita dell’indebitamento delle piccole e medie aziende agricole e della pesca, dalla rimodulazione delle norme per garantire al tempo stesso la tutela ambientale e il diritto a produrre (la conversione agroecologica si fa con le aziende e non contro di loro cancellandole), dalla garanzia che la rappresentanza sindacale di agricoltori e dei pescatori non sia più monopolio delle associazioni politicizzate complici della crisi.
Per raggiungere questi obiettivi serve dare vita al più ampio e unitario movimento che sappia allargare e rafforzare le mobilitazioni, assicurando continuità nel tempo”.
Il Coordinamento degli Agricoltori e dei Pescatori italiani lancia l’invito a tutte le realtà in mobilitazione a unirsi inviando una mail di adesione all’indirizzo dedicato del co.api@libero.it e indicando, per ogni realtà aderente il nome di un referente che, insieme agli altri comporrà la consulta di coordinamento dove, in maniera trasparente e unitaria, verranno assunte le decisioni in merito alle mobilitazioni ed a come gestire il confronto nel tavolo con la politica.
All’incontro per fare il punto sul Coordinamento, svoltosi il 28 febbraio, a Roma, era presente anche l’agricoltore di casa nostra Luca Artioli: “l’istituzione del coordinamento è un grande passo avanti dopo un mese di lotte e presidi ma è solo l’inizio”.