La storia della donna che fondò il primo Hospice

Di cosa è fatta la speranza il romanzo ispirato alla straordinaria vita di Cicely Saunders, figura chiave per la diffusione universale di cure palliative e Hospice, sarà presentato a San Possidonio venerdì 16 febbraio, alle 21, presso l'Auditorium Principato di Monaco, in via Focherini, 1.

0
533
Cicely Saunders

Alzi la mano chi conosce, o almeno ha sentito parlare, di Cicely Saunders senza dover correre a cercare con Google. Non molti probabilmente. Eppure questa dottoressa inglese mancata nel 2005 ha fatto la Storia contribuendo con le sue intuizioni a migliorare gli ultimi mesi di vita di centinaia di migliaia di malati inguaribili in tutto il mondo. Tanto da meritare non solo saggi e articoli su riviste scientifiche, ma anche un recentissimo romanzo ispirato alla sua vita e alla sua opera. Di cosa è fatta la speranza questo il titolo del lavoro di Emmanuel Exitu – scrittore, ma anche documentarista e drammaturgo – che verrà presentato venerdì 16 febbraio, alle 21, presso l’Auditorium Principato di Monaco, in via Focherini 1, San Possidonio. 

Una scelta non casuale la sede di questo evento promosso dalla Fondazione Hospice Area Nord San Martino in collaborazione con le Associazioni Malati Oncologici ODV Carpi e Nove Comuni Modenesi Area Nord. Perché è proprio nel territorio di quel comune che sorgerà l’Hospice al quale da anni la Fondazione sta lavorando per inserire questo tipo di servizio, oggi mancante, nella rete di cure palliative per le comunità dei distretti di Carpi e Mirandola.  Il romanzo di Exitu ripercorre il sentiero tracciato da questa vita straordinaria: a partire dall’esperienza durante la seconda guerra mondiale di assistenza e cura ai feriti provenienti dal fronte in cui Cicely vede morire tra sofferenze indicibili ragazzi belli e coraggiosi, suoi coetanei, fino all’intuizione che la porterà anni dopo a fondare il primo Hospice al mondo. E’ grazie a quella prima drammatica esperienza che Saunders si rende conto con orrore che per un medico ogni moribondo è una causa persa, un insuccesso professionale. Ma è proprio da lì che comincia a fare una cosa a cui dedicherà la vita intera: annotare i tentativi e i fallimenti, le intuizioni, le buone pratiche che consentono di lenire la sofferenza di chi non è più guaribile, ma è pur sempre curabile! Fino ad arrivare a sperimentare e applicare sui suoi pazienti le cosiddette cure palliative, ovvero quell’insieme di interventi terapeutici, farmacologici, diagnostici e assistenziali, volti a migliorare il più possibile la qualità della vita sia del malato cronico o in fase terminale, sia della sua famiglia. Fino a fondare il primo Hospice: non un posto dove si va a morire, ma dove si può vivere fino all’ultimo istante con dignità, o anche: “una casa specializzata come un ospedale e un ospedale caldo come una casa” per usare le parole che Exitu nel suo romanzo attribuisce a Cicely. Una straordinaria storia quella di Saunders che, con grande intuizione letteraria, Exitu ha raccontato magistralmente nel suo Di cosa è fatta la speranza. Una storia che vale la pena ascoltare dalla voce dello stesso autore, presente alla serata del 16, dove dialogherà con Anna Maria Marzi, fondatrice dell’Hospice Casa Madonna dell’Uliveto di Albinea e attuale presidente dell’omonima cooperativa che gestisce l’Hospice stesso. A dare avvio alla serata, i saluti del Presidente della Fondazione Hospice San Martino, Daniele Monari.