Continua a crescere anche in Italia l’onda della protesta dei trattori e fra le manifestazioni che si stanno moltiplicando in tutto il Paese, questa mattina, martedì 30 gennaio, una quarantina di agricoltori modenesi e reggiani, dopo essersi incontrati a Ponte Vettigano, sono in marcia verso l’uscita autostradale di Mantova Nord per esprimere tutto il proprio dissenso rispetto alle politiche agricole dell’Unione Europea.
I manifestanti costretti a vendere sotto costo i loro prodotti, alle prese con una tassazione sempre più elevata dei terreni e un caro gasolio che li strozza tornano a scendere in strada: “così non possiamo più lavorare”, spiega l’agricoltore di Campogalliano Luca Artioli. “Siamo stanchi di veder svenduto il Made in Italy. Questa Europa non ci prende sul serio e se continueremo a non essere ascoltati la protesta andrà avanti a oltranza. Tra le nostre produzioni e quelle degli altri paesi vi sono troppe divergenze; noi, ad esempio, dobbiamo rispettare regole estremamente stringenti sull’uso dei fitofarmaci ma all’estero utilizzano ancora principi attivi che l’Emilia Romagna ha bandito da ormai otto anni. Quando la signora Maria va al supermercato a fare la spesa, si fida di ciò che acquista, perchè non è informata. I nostri prodotti di qualità non possono essere parificati a quelli provenienti dall’Europa o, peggio, da paesi extra europei”.
Gli agricoltori di casa nostra, conclude Artioli, “questa mattina andranno a supportare i colleghi mantovani e veronesi in un presidio autorizzato dalle Forze dell’Ordine e totalmente apolitico. Noi siamo vittime del cambiamento climatico ma la nostra fine sarà la vostra fame. E’ la natura che comanda non noi. Chiediamo un giusto reddito, indennizzi per le calamità naturali che ci distruggono i raccolti. Non ne possiamo più di essere tartassati dalle tasse. Noi produciamo cibo, non piastrelle. Cibo. Il nostro è un settore primario ma oggi siamo considerati gli ultimi. I burocrati non sanno nulla di campagna: ci stanno distruggendo”.
Tra i manifestanti anche il carpigiano Michael Fano, dipendente di un’azienda agricola di Rolo: “non potevo mancare perché anche se l’azienda non è mia, quello che sta accadendo riguarda tutti noi”.
Una protesta a cui i manifestanti sperano si uniscano anche i cittadini affinché insetti e alimenti sintetici non diventino la normalità sulle nostre tavole a discapito del cibo di qualità. Quello made in Italy.
Jessica Bianchi