Giornate dure per tutti i lavoratori dei Pronto Soccorso della Provincia di Modena che già negli ultimi giorni del 2023, a cavallo delle feste natalizie, sono stati impegnati con un accesso enorme di utenti e con carichi di lavoro elevatissimi. E purtroppo nel 2024 il calvario, con questi numeri, continuerà. Gli organici sono talmente all’osso che basta un’assenza improvvisa, una malattia o un congedo parentale per mandare in default tutto il sistema.
“La verità è solo una – dichiara Giulia Casamassima responsabile Sanità della Fp Cgil di Modena – mancano i lavoratori in tantissimi servizi e i pronto soccorso e l’emergenza urgenza non sono affatto esonerati dal problema. Non ci sono lavoratori da mandare in sostituzione e il lavoro va portato avanti con chi c’è – spiega la sindacalista – e la situazione è davvero grave. Mancano almeno 10 infermieri al Pronto Soccorso di Carpi, almeno 8 al Pronto Soccorso di Mirandola, tanta carenza di lavoratori nell’ultimo mese anche al Pronto Soccorso di Pavullo, meno 6 infermieri al Pronto Soccorso di Vignola dove mancano anche diversi operatori socio sanitari. Il personale sanitario e tecnico del pronto soccorso del Policlinico e di Baggiovara e dell’Ospedale di Sassuolo ha lavorato senza sosta per gestire la grande affluenza, ma anche qui – specifica Casamassima – siamo al limite sugli organici. Gli autisti di ambulanza sono in carenza di almeno 8 figure, se si considera che è stata soppressa una ambulanza h12 per i trasporti internospedalieri, altrimenti sarebbero molti di più. E’ saltata un’ambulanza a Carpi il 25 dicembre e accadrà ancora il 31 dicembre. Causa mancanza di personale”.
E così le attese si allungano e la tensione sale nelle sale d’attesa. Ancora una volta registriamo aggressioni verbali contro il personale sanitario.
“Nelle giornate successive al Natale c’è stata un’aggressione verbale fortissima nei confronti del personale del Pronto Soccorso di Carpi da parte di un’utente in codice verde e al Pronto soccorso dell’ospedale Civile di Baggiovara il parente di una paziente è arrivato a sfondare il vetro del triage perché voleva entrare assolutamente a vederla, anche qui si trattava di un codice verde” afferma la sindacalista.
Gli operatori, insomma, non sanno davvero più come gestire tutte queste tensioni. “Otto mesi fa – incalza Giulia Casamassima – con le altre sigle sindacali Cisl e Uil del territorio, abbiamo chiesto un incontro all’Azienda Ausl di Modena per discutere di queste tematiche e ad oggi dopo mesi, nonostante vari solleciti, non siamo ancora stati convocati. Le ambulanze e le auto infermieristiche scarseggiano. Da quest’anno non ci sarà più l’auto infermieristica notturna a Mirandola, e gli operatori del Servizio Emergenza Territoriale sostituiscono, quando possono, le esigenze di servizio girando tutta la provincia.”
“Nei prossimi giorni, se non riceveremo la convocazione da parte dell’azienda Ausl, sentiremo i lavoratori in assemblea e passeremo ad una fase diversa della vertenza perché pensiamo sia anche poco dignitoso per i lavoratori attendere otto mesi per avere un incontro e discutere delle problematiche con il proprio datore di lavoro. Abbiamo bisogno di dare risposte a tutti gli operatori anche in termini di sicurezza sul loro luogo di lavoro. Non è bello essere insultati ogni giorno mentre si fa il proprio lavoro e l’azienda deve manifestare solidarietà con soluzioni concrete che possiamo sviluppare insieme con il confronto” continua la sindacalista.
“Con i finanziamenti stanziati per la Sanità dall’ultima manovra finanziaria sappiamo già che non ci saranno soldi per assumere tutti i lavoratori necessari e per questo il personale ha risposto con adesioni altissime allo sciopero del 17 novembre scorso. Quella è una vertenza che continueremo a tenere viva perché c’è un problema enorme nel Paese e nella Sanità e i cittadini devono essere informati su come si sta smantellando il sistema sanitario nazionale”.