Al Pronto Soccorso dell’Ospedale Ramazzini di Carpi mancano all’appello una decina di infermieri e la situazione, denuncia la responsabile di Fials – Federazione italiana autonomie locali e sanità, Giuseppina Parente, “è diventata a dir poco intollerabile. I professionisti presenti sono costretti a sobbarcarsi carichi di lavoro massacranti, senza riuscire a godere degli opportuni riposi, previsti dalla legge, e delle ferie arretrate. Una situazione drammatica che si protrae da mesi, almeno da giugno, ora ulteriormente aggravata da numerose malattie”.
L’Ausl di Modena, conclude la sindacalista, “ha un enorme buco di bilancio con cui fare i conti, pertanto il diktat arrivato dalla Regione è di non assumere nessuno fino all’anno nuovo. Della serie ci si arrangi e a rimetterci, come sempre accade, sono i professionisti in prima linea. A novembre ho chiesto formalmente all’azienda di avere i dati relativi alle dotazione del personale, alle giornate di malattie e ferie arretrate ma non ho ancora ricevuto alcuna risposta”.
Infermieri – e non solo – portati allo stremo e che, sempre più frequentemente, decidono di migrare all’estero alla ricerca di condizioni di lavoro più umane e meglio retribuite, di optare per la sanità privata o persino di abbandonare del tutto la professione.
La crisi nell’Emergenza-Urgenza pare essere ormai irrimediabile e i tentativi fatti sinora per cercare di arginare l’emorragia di personale sanitario si sono rivelati del tutto inefficaci oltre a rappresentare un costo enorme per le casse delle Regioni (vedi alla voce chiamate a gettone).
Ora però la carenza di personale si ripercuote anche sul servizio del 118: “la notte del 31 dicembre – spiega Parente – è stata sospesa la seconda ambulanza, normalmente in postazione a Fossoli, proprio per mancanza di personale. E’ la seconda volta in due settimane: da quando il servizio è stato attivato, circa cinque anni fa, non era mai accaduto”.
L’11 dicembre la sindacalista ha scritto una PEC al sindaco di Carpi, protocollata il 12, in cui ribadisce più volte come il pronto soccorso rischi il collasso: “sono sicura – si legge nella missiva – che in qualità di primo cittadino, di carpigiano, e di autorità sanitaria locale, non potrà ignorare le gravi condizioni di salute in cui versa il nosocomio della sua città. Non so quanto sia a conoscenza della portata del male che attanaglia il Ramazzini, ma le assicuro che le posso parlare di lui come del più terminale dei pazienti”.
Gli infermieri che vi lavorano, “sopperiscono a scandalose, innumerevoli, annose carenze di organico, così come pure gli OSS; non possono programmare la loro vita nel dopo lavoro a causa dei continui rientri in servizio, di turni di lavoro mai certi perché programmati senza le opportune coperture di organico, non possono godere delle giornate di ferie che spettano loro, né dei permessi previsti dal contratto nazionale di lavoro”.
Un altro nervo scoperto è poi rappresentato dallo stato di salute dei mezzi di soccorso del 118: “Sa di quante volte, nel bel mezzo di un’emergenza vanno in protezione, mi hanno detto gli operatori, limitando la velocità a 70 Km/ora quando il tempo diventa un fattore fondamentale per salvare vite? Solo la maestria degli operatori ha, finora, impedito guai più seri… Il tempo delle chiacchiere è finito”.
Jessica Bianchi