Semplicemente Divina, Carpi celebra la Callas

Il Circolo Lirico Culturale Luciano Pavarotti di Carpi celebra Maria Callas nel centenario della sua nascita con Callas Thea. L’appuntamento, organizzato sabato 2 dicembre, alle 21, all’Auditorium Loria (a ingresso libero) è nato per “omaggiare il mitico soprano. Storie e aneddoti narrati da alcuni attori che si alterneranno ad alcuni video in cui il soprano canta le sue arie più famose, quelle che l’hanno di fatto consacrata all’eternità”, spiega il regista Paolo Dall’Olio.

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Il maestro Franco Battiato nel brano Casta Diva, diceva di Maria Callas: “la musica non ti scorderà mai”. E oggi, in occasione dei cento anni dalla nascita della Divina, anche il Circolo Lirico Culturale Luciano Pavarotti di Carpi ha deciso di celebrarla con il septidramma da camera, Callas Thea. L’appuntamento, organizzato sabato 2 dicembre, alle 21, all’Auditorium Loria (a ingresso libero) è nato per “omaggiare il mitico soprano” spiega il regista Paolo Dall’Olio. L’idea è quella di dar vita “a un vero e proprio salotto nel quale gli attori (Elena Barbieri, Sara Gozzi, Simone Olivieri, Lucia Spadafora, Lina Taddeo e Milva Zanasi, con la partecipazione straordinaria di Bianca Maria Amendola) racconteranno i momenti più salienti della vita della Callas. Storie e aneddoti, tra luci e ombre, che si alterneranno ad alcuni video in cui il soprano canta le sue arie più famose, quelle che l’hanno di fatto consacrata all’eternità”, prosegue Dall’Olio. Callas Thea, scritto da Soliapa Duacaliga, pseudonimo di Paola Losi e Mario Bizzoccoli, esplora le tappe che hanno segnato la vita artistica e umana della Divina, per meglio comprendere una figura la cui storia, travagliata e gloriosa, merita di essere ripercorsa. 

Una grande artista che non riusciva a emergere, malgrado la sua epica voce, “fino al miracolo, quando nel 1947 si recò a Verona per inaugurare la nuova stagione dell’Arena con La Gioconda di Ponchielli grazie al direttore Tullio Serafin che aveva riconosciuto in lei doti senza pari. Fu lì che il ricco imprenditore Giovanni Battista Meneghini, che poi avrebbe sposato, decise di dedicarsi per più di un decennio alla gestione della carriera della Callas. Compreso il valore infinito della sua voce i due pigmalioni – prosegue Dall’Olio – la educarono e la prepararono a diventare un raffinato soprano in grado di portare in scena un variegato repertorio dimenticato da oltre un secolo. Quando debuttò alla Scala con Medea, nel 1953, Maria Callas, dimagrita e stilisticamente perfetta, entrò nel mito”. Ma Callas Thea racconterà anche del grande amore con l’armatore greco Onassis che l’abbandonò per sposare Jackie Kennedy, la caduta, il declino, le profonde depressioni,  il ritiro definitivo dalle scene, la solitudine… fino al tragico epilogo. Maria Callas morì nel suo appartamento parigino al 36 di Avenue Georges-Mandel il 16 settembre 1977, a soli 54 anni. L’orologio aveva da poco segnato le 13.30, quando la notizia della morte della Divina cominciò a diffondersi. Il referto medico indicò l’arresto cardiaco come unica causa del decesso, smentendo così le voci di suicidio partite dall’appartamento al terzo piano del palazzo signorile, dove il corpo del soprano venne ritrovato. Sul pianoforte lo spartito della sua amata Gioconda aperto sulla pagina dell’aria del suicidio…

Jessica Bianchi 

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