Il soldato innamorato è il nuovo romanzo di Leopoldo Lenza

Un inno alla poesia e al romanticismo. E’ l’amore o, meglio, la sua ricerca, il grande protagonista del nuovo romanzo di Leopoldo Lenza, Il soldato innamorato, sullo sfondo un’Italia che muta e respira. Quella di Sabino Napolitano è una piccola vita, una tra tante, che incrocia i cambiamenti della Storia del nostro Paese: gli anni di piombo, le proteste studentesche, i ruggenti Anni Ottanta…

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Leopoldo Lenza

Un inno alla poesia e al romanticismo. E’ l’amore o, meglio, la sua ricerca, il grande protagonista del nuovo romanzo di Leopoldo Lenza, Il soldato innamorato, sullo sfondo un’Italia che muta e respira. Quella di Sabino Napolitano è una piccola vita, una tra tante, che incrocia i cambiamenti della Storia del nostro Paese: gli anni di piombo, le proteste studentesche, i ruggenti Anni Ottanta… Lo seguiamo dalla giovinezza, quella piena di stupore e meraviglia, sino alla maturità. Alla caduta delle illusioni. Una vita, la sua, segnata dalla poesia poichè Sabino è prima di tutto un poeta.  Un’esteta romantico alla perenne ricerca dell’amore. 

Incontriamo Sabino Napolitano alle prese col servizio di leva: “arrivai a Sulmona il pomeriggio inoltrato del 6 dicembre 1977. Andavo a fare il servizio militare” nella città di Ovidio, il poeta de L’arte di amare. I rimandi letterari sono numerosi, da Virgilio a Salgari, così come innumerevoli sono le incursioni nella fantasia e nel sogno. Realtà che si intrecciano e si compenetrano continuamente dando ritmo alla storia e creando inaspettate e curiose coincidenze. E poi ci sono loro, le donne, con cui Sabino intrattiene dialoghi aulici, ricchi di citazioni e, naturalmente di poesie scritte di suo pugno. Dalla gentile e rassicurante Jolanda alla giovane che attende il ritorno dell’amato e che rapisce il cuore di Sabino, Teresa. E poi c’è lei, Roma, dove Sabino si trasferisce per “tre mesi per conseguire i titoli e le competenze necessarie per lavorare in officina alla manutenzione dei mezzi militari” e dove stringerà amicizie che segneranno la sua formazione. Con Manlio e Andrea, due commilitoni, “diventammo come i tre moschettieri”. Ed è sempre nella città eterna che il protagonista incappa in Cecilia, la nipote di dieci anni di una sua vecchia compagna di liceo. Una piccola Lolita con le idee chiare: “Non importa, qualunque cosa dici… io da grande ti sposerò”. Chi sceglierà Sabino, dove lo condurrà il suo cuore? La letteratura non è che un sogno guidato scriveva Jorge Luis Borges e Leopoldo Lenza, nel tratteggiare sapientemente la figura di Sabino Napolitano, suo alter ego, si è certamente lasciato guidare dal sogno più bello da compiere: trovare se stessi e l’amore, imparando a dire addio e ad accogliere il nuovo. O, forse, più semplicemente, il destino…

Jessica Bianchi

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