Maria Teresa Cardarelli incanta i lettori con il sequel di Viaggiare in una stanza

La presentazione del libro è in programma domenica 3 dicembre alle 17 presso il Museo Diocesano che ha sede nella chiesa di Sant'Ignazio in Corso Fanti, 44 a Carpi. Interverranno anche i musicisti Luigi Verrini e Stefano Verrini. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

0
1106

La prima sensazione a fine libro è la certezza che vecchi e nuovi personaggi, di cui ormai conosciamo a fondo punti di forza e debolezze, resteranno nel cuore. Li avevamo lasciati nel Natale del 2020 nel primo volume Viaggiare in una stanza che terminava con un finale aperto in cui Manuel fuggiva dalla casa dei genitori affidatari per tornare da Olga e li ritroviamo, a distanza di due anni dalla pubblicazione con Youcanprint, nel secondo volume Viaggiare in una stanza 2, fresco di stampa, ad accompagnarci in una nuova storia di vita che, durante la lettura, ha occupato il tempo e i pensieri, tanto che sembrava di starci dentro.

Silvia Nieddu e Teresa Cardarelli in occasione della presentazione di Viaggiare in una stanza nel 2022

Si poteva immaginare che ci sarebbe stato il sequel per quella proposta ai lettori di riempire la pagina vuota con un racconto breve del proprio Natale 2020 in pandemia. “L’avevo volutamente lasciata bianca perché desideravo che i lettori fantasticassero sul Natale dei personaggi” ammette l’autrice Maria Teresa Cardarelli. E così è stato grazie a dodici contributi di scrittori esordienti e di altri già esperti di scrittura.

L’esperimento è riuscito e l’autrice, dopo aver riallacciato i fili della storia nelle pagine iniziali, fa scorrere le stanze di Silvia Bonetti, Maria Giovanna Borsalino, Alessandro Cherubini, Umberto Fazzi, Magda Gilioli, Isabella Giovanardi, Leonardo Morselli, Enrico Piccinini, Marietta Di Sario, Ivana Sica, Lucia Sirani, Veronica Varricchio cucite nel romanzo che si arricchisce di riflessioni e interrogativi relativi a un Natale così diverso da tutti gli altri a causa della pandemia da Covid 19. Nonostante le diverse sensibilità degli autori dei racconti, la loro scrittura è espressione della volontà di condividere un periodo buio della nostra storia recente e indagarne le conseguenze perché un trauma non si più rimuovere cancellandolo.

La storia riparte da sabato 26 dicembre 2020 e dalle difficoltà che Manuel, rimasto orfano a causa della morte dei genitori in un incidente stradale, incontra nella casa dei genitori affidatari che vivono l’ansia di non poter avere figli. A causa della crisi della coppia il ragazzino di dieci anni non riesce a trovare il suo posto in quella famiglia e, non potendo nemmeno sperare di stare coi nonni in lite tra loro e interdetti dal Tribunale dei Minori, si rifugia presso l’amica di famiglia Olga, di professione arte terapeuta. Il caso torna nelle mani dei Servizi Sociali e si aprono per lui le porte della casa famiglia L’Olmo, non senza sorprese e colpi di scena a partire dal ritorno di un personaggio amatissimo, Paco, che avevamo conosciuto in Dodici giorni in Israele (Aliberti, 2020).

Se questa è la traccia della storia, il libro è un invito a riflettere, con la delicatezza propria dell’autrice la cui fantasia si mescola con i fondamenti del mestiere di arte terapeuta, sulle fragilità del nostro tempo attraverso la caratterizzazione dei diversi personaggi: la ricerca di stabilità di Manuel e i carichi emotivi eccessivi a cui sono sottoposti i bambini, il sentimento di inadeguatezza di Anna che non può avere figli e tenta la strada dell’affido ma è vinta dalle sue nevrosi al punto da lasciare il marito Maurizio, il concetto di famiglia aperta incarnato da quella di Olga a cui si contrappone la chiusura mentale degli anziani nonni, con la nonna Irene ossessionata dalla propria immagine nonostante l’età avanzata, e ancora il Covid che costringe Giacomo all’isolamento, chiuso in una stanza.

Nel romanzo Maria Teresa Cardarelli ricorre più volte al proprio bagaglio di esperienza di sociologa, arti-terapeuta, artista di arti visive e plastiche, per dipanare situazioni complicate o indagarle più a fondo. In questo secondo volume succede per esempio nell’incontro dei quattro nonni che si decidono a collaborare solo quando individuano un nemico comune in Olga. Ne è un esempio ancora più evidente il laboratorio di ‘Racconti Dada’ proposto ai bambini della casa famiglia: sette racconti di gruppo composti in successione e che si trasformano in racconti personali leggendo le frasi contraddistinte dai medesimi colori. Il colore è elemento fondamentale anche in questo secondo volume che si chiude con l’immagine dell’arcobaleno e l’immancabile Medivers, servito per tutti. Centottanta pagine di agile lettura racchiudono un mondo e anche il modo di affrontarlo con equilibrio e consapevolezza per aiutarci a vivere meglio.

La presentazione del libro, a cura di Silvia Nieddu, è in programma domenica 3 dicembre alle 17 presso il Museo Diocesano che ha sede nella chiesa di Sant’Ignazio in Corso Fanti, 44 a Carpi. Interverranno anche i musicisti Luigi Verrini e Stefano Verrini. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Sara Gelli

 

clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp