“La società reclama un cambiamento per garantire un futuro degno alle prossime generazioni”

Assegnato il secondo premio di laurea, promosso con Unimore dal Comitato Progetto Chernobyl di Carpi, Novi e Soliera, sul tema della tutela dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. A conquistare la borsa di studio il 26enne Mattia Martire.

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Mattia Martire

E’ stato assegnato presso la Facoltà di Ingegneria Enzo Ferrari di Unimore, a Modena, il premio di laurea di 700 euro al 26enne Mattia Martire per la sua tesi magistrale dal titolo Analisi e ottimizzazione di sistema per la produzione e l’utilizzo di idrogeno verde in ambito civile. La tesi è stata ritenuta la più meritevole tra quante hanno risposto al bando indetto da Unimore su proposta dell’associazione Progetto Chernobyl di Carpi, Novi e Soliera per l’anno accademico 2021/2022.

“L’obiettivo – spiega Mattia Martire, originario di Prato – è quello di mostrare la possibilità tecnologica, anche nel settore civile, di riuscire a chiudere in modo funzionale un ciclo di produzione e utilizzo dell’idrogeno in loco, per arrivare a proporre simili situazioni impiantistiche in contesti residenziali di quartiere,  in cui l’esubero di energia prodotta da fonte rinnovabile possa essere stoccata sotto forma di idrogeno, da immettere poi, con una certa percentuale, in volume nella rete di distribuzione di gas locale”.

Gli argomenti delle tesi presentate erano rivolte principalmente al tema della sostenibilità ambientale e, in particolare, alle fonti di energia rinnovabile con riferimento al territorio di Unimore.

Grande la soddisfazione di Mattia che “nasce non solo dal fatto che il mio lavoro di tesi sia stato riconosciuto meritevole della borsa di studio, ma anche dal contesto in cui si inserisce il premio del Progetto Chernobyl di Carpi Novi e Soliera: un contesto in cui la sensibilità riguardo ai temi di sostenibilità ambientale e transizione energetica è in continua crescita, come lo è la volontà di premiare lo studio, la ricerca, quindi anche lo sforzo per il raggiungimento di traguardi sempre più ambiziosi su un argomento tanto vasto quanto stimolante. Mosso dalla stessa sensibilità, così come molti altri colleghi, sono venuto all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, che offre l’opportunità di approfondire la sostenibilità energetica in un curriculum specifico del corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Ambientale. Parlando da studente, ritengo sia motivante sapere di avere un “tifo” esterno, il sostegno di enti e istituzioni che traducono, in premi, workshop, seminari… le esigenze di una società intera che reclama un cambiamento adatto a garantire un futuro degno alle future generazioni. Ringrazio il progetto Chernobyl di offrire ogni anno a noi studenti la possibilità di candidarci alla vittoria di un premio cospicuo che ho deciso di investire in un progetto di crescita tecnica-culturale sfruttando in parallelo un tirocinio offerto dal programma Erasmus + traineeship”.

Attualmente Mattia sta svolgendo un tirocinio post laurea presso il laboratorio di ingegneria dei materiali Vitrocer, nell’Università Federale di Santa Catarina, Florianòpolis, in Brasile. “Qui, sebbene per poco tempo, – spiega – sto partecipando a un progetto di ricerca relativo all’uso di compositi porosi adsorbenti, ottenuti per manifattura additiva, con l’uso di una stampante 3D con finalità di cattura della CO2 o in alternativa per lo stoccaggio di idrogeno. Nel mio caso specifico sto producendo, analizzando e caratterizzando compositi zeolitici con aggiunta di Carbon Black, residuo della combustione imparziale di idrocarburi e carbone, che addizionato ai cristalli zeolitici stessi permetterebbe (secondo letteratura) il raggiungimento di una maggiore area superficiale e porosità, e quindi maggiore capacità di adsorbimento. Sebbene possa sembrare lontano dal mio campo di formazione di Ingegnere ambientale, è strettamente connesso, non soltanto per la finalità stessa del progetto, ma perché questi sono materiali che si stanno ritagliando uno spazio sempre maggiore nel mercato delle applicazioni sanitarie e di disinquinamento”.

Per l’associazione il premio, al secondo anno di assegnazione e a cui seguirà una terza edizione, ha l’obiettivo di riconoscere, incoraggiare e aiutare il lavoro di giovani laureati che crediamo possano portare, attraverso le loro competenze, contributi importanti e concreti alla sempre più urgente necessità di cambiamenti nell’approccio alla produzione e al consumo di energia per indirizzarli verso alternative rinnovabili e non impattanti sull’ambiente. Complimenti, dunque a Mattia – commentano i promotori – e un augurio che possa portare le sue acquisite competenze in un reale cambiamento nella produzione di energia pulita in un ambito sempre più aperto a nuovi orizzonti”.

Jessica Bianchi