Incendio, “Ca.Re non è in debito di realizzazioni o di interventi ai fini della sicurezza”

L’intervista a Marcella Bartoli, responsabile dell’Area Impianti ambienti e direttore generale di Ca.Re, la prima a gestire l’emergenza: “Ad oggi nessuna delle opere richieste da Arpae e Vigili del Fuoco, del valore di circa 1 milione di euro, è stata compiuta poiché la capacità di trattamento dell’impianto non è ancora stata aumentata. Al contrario noi oggi lavoriamo al di sotto delle nostre potenzialità, trattando circa 45mila tonnellate di rifiuto l’anno”.

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Scatto di Fabrizio Bizzarri

Nel sito di Arpae Emilia Romagna si legge che l’impianto di selezione e trattamento rifiuti di Fossoli Ca.Re, società costituita da Aimag S.p.A (51%) e Garc Ambiente (49%), sta continuando la propria attività grazie a una proroga sancita da una determinazione dirigenziale datata 1° gennaio 2022. Dal documento si evince come Arpae abbia chiesto a Ca.Re di provvedere alla realizzazione di varie opere: “tre aree di stoccaggio materiali nella zona F; la chiusura perimetrale su due lati e copertura dell’area di stoccaggio sovvalli nella zona D; la chiusura perimetrale su due lati e copertura dell’area di scarico materiale plastico prospiciente la zona A con copertura raccordata alla veletta del capannone esistente; la sostituzione della recinzione dotata di copertura con telo ombreggiante, posta sulla duna, con un muretto in c.a.; la realizzazione di una vasca fuori terra di raccolta di tutte le acque ricadenti sulla superficie scolante (piazzali esterni), per lo stoccaggio massimo di 700 mc; l’adeguamento degli impianti elettrici e tutte le opere previste ai fini dell’ottemperanza alla normativa antincendio”. Lavori che, prosegue il documento, “dovranno concludersi entro 12 mesi dalla data di rilascio del presente atto”.

La determinazione precisa che: “in attesa della realizzazione delle opere autorizzate con il presente atto, l’esercizio dell’impianto può proseguire in conformità con la Determinazione ARPAE n. DET-AMB-2016-4004 del 19/10/2016, a eccezione di quanto disposto al punto 8 del presente atto per le operazioni di recupero R3 ed R5 (ovvero sono immediatamente efficaci le prescrizioni dal punto 2 al punto 24 dell’Allegato Rifiuti), la cui validità è estesa per un termine ritenuto congruo, fino al giorno 01/10/2023”.

Opere che però al 1° ottobre (il giorno dopo l’incendio) non erano ancora state eseguite e allora come mai Ca.Re era ancora in piena attività?  La risposta la si trova in una lettera inviata da Arpae a Ca.Re. (in copia a Comune di Carpi, Ausl Modena,  Atersir, Comando provinciale dei Vigili del Fuoco e Bonifica Emilia Centrale) in risposta alla richiesta avanzata il 18 luglio di quest’anno dalla stessa Ca.Re. di posticipare il termine dei lavori.

Tra le motivazioni addotte dalla ditta come giustificazione alla propria inadempienza “ritardi intercorsi in fase di progettazione; allungamento delle tempistiche per il reperimento del finanziamento; allungamento delle tempistiche per la fornitura dei materiali, con particolare riferimento alle strutture metalliche”. Elementi ritenuti “condivisibili” da Arpae che pertanto concede la proroga richiesta e sposta dal  01/10/2023 al “31/07/2024 la validità della DET-AMB-2016-4004” e, in particolare stabilisce come Ca.Re abbia tempo fino al “31/01/2024 per la realizzazione e il collaudo della vasca di laminazione e fino al 31/05/2024 per la realizzazione e il collaudo degli stalli di contenimento del  rifiuto”.

Marcella Bartoli

Ergo Ca.Re può continuare a operare per un altro anno nonostante non abbia ancora effettuato i lavori richiesti. Ma come può essere possibile? 

A rispondere è Marcella Bartoli, responsabile dell’Area Impianti ambienti e direttore generale di Ca.Re, la prima a gestire l’emergenza: “quelle opere – spiega – sono state prescritte contestualmente a una richiesta di Ca.Re di poter incrementare la quantità di rifiuti trattati portando le attuali 60mila tonnellate annue autorizzate a 66mila. Richiesta concessa da Arpae a condizione che vengano realizzate delle coperture per gli stoccaggi e la realizzazione di una vasca fuori terra di raccolta di tutte le acque. Le coperture sono delle strutture metalliche dotate di reti che servono per contenere l’eventuale dispersione nell’aria di residui di carta e plastica durante le lavorazioni e pertanto nulla hanno a che fare con la prevenzione incendi. Su tali opere, che di fatto riducono l’accessibilità agli stoccaggi in caso di incendio, i Vigili del Fuoco hanno a loro volta richiesto di realizzare ulteriori interventi per garantire la sicurezza dell’impianto. Ad oggi nessuna di queste opere, del valore di circa 1 milione di euro, è stata compiuta poiché la capacità di trattamento non è di fatto stata aumentata. Al contrario – aggiunge Bartoli – noi oggi lavoriamo al di sotto delle nostre potenzialità, trattando circa 45mila tonnellate di rifiuto l’anno”.

Il 18 luglio di quest’anno Ca.Re ha chiesto ad Arpae di posticipare il termine. Tra le motivazioni addotte come giustificazione alla propria inadempienza “l’allungamento delle tempistiche per il reperimento del finanziamento”. Proroga poi concessa fino al “31/07/2024”. Non avete ancora i denari necessari per procedere?

“E’ già stata fatta la progettazione esecutiva e stabilito come il cantiere potrà convivere con l’attività dello stabilimento senza inficiarne il servizio.  Il finanziamento c’è, ma l’obiettivo è quello di rifare un’analisi puntuale e, anche a fronte degli ultimi accadimenti, capire come procedere ed eventualmente prevedere ulteriori opere tese a rafforzare ulteriormente la sicurezza”.

Quello di sabato 30 settembre è il quarto incendio (due principi di incendio nel 2021 e nel 2022 e il più grave nel 2013 quando sempre di sabato le fiamme avevano divorato l’intero capannone con danni per milioni di euro) che si è sviluppato presso l’impianto, interessando circa 250 tonnellate di plastica già confezionata in balle in attesa del ritiro  da parte del consorzio Corepla per essere poi avviata ai successivi impianti di trattamento. Per spegnere quell’inferno di plastica in fiamme i Vigili del Fuoco hanno lavorato per quasi venti ore. 

In tanti si sono chiesti se non fossero troppe le balle presenti nel piazzale. Avete dei limiti per lo stoccaggio?

“Ca.Re nelle scorse settimane aveva sollecitato più volte i ritiri poichè Corepla negli ultimi mesi era in ritardo. Il consorzio ha le sue tempistiche di ritiro, oltre le quali è possibile applicare delle penali, che però non dipendono da noi”.

Durante quelli venti ore si sono liberate elevate quantità degli inquinanti. Stando ai dati riferiti ai campioni prelevati dai tecnici di Arpae, tra il sabato sera e la tarda mattinata della domenica e  quelli della giornata successiva, “i valori degli inquinanti sono risultati contenuti e dal momento che l’elevata concentrazione di acroleina (sostanza tossica con forte potere irritante per occhi, cute e mucose respiratorie) riscontrata in una postazione di rilevamento a Rovereto sulla Secchia è riconducibile a un’esposizione di breve durata, è improbabile che si verifichino effetti cronici nocivi sulla salute delle persone” si legge nel comunicato diramato da Arpae e Ausl.

Sette i punti di monitoraggio, tutti tra il novese e il carpigiano, eccezion fatta per quello piazzato in via Trento, 16 a Fabbrico ma è proprio lì, nel reggiano, che, in considerazione della direzione del vento, ci si sarebbe dovuti concentrare maggiormente. 

A fronte di questi ricorrenti incendi, la cittadinanza ha levato la propria voce chiedendo che la salute pubblica venga maggiormente tutelata. Come funziona il servizio di vigilanza? C’è un sistema di videosorveglianza?

“In seguito al rogo del 2013 – sottolinea Marcella Bartoli – è stato introdotto un servizio di vigilanza. Quando l’ultimo dipendente di Ca.Re esce, a fare il suo ingresso è una persona fisica della vigilanza che resta in servizio tutte le notti fino al ritorno del nostro personale. Nel fine settimana è dunque presente dalle 13 del sabato fino al lunedì mattina. Periodicamente questa persona effettua un giro di perlustrazione di tutti i piazzali e, quando è in ufficio, ha la possibilità di monitorare tutte le telecamere puntanti i piazzali e le linee di selezione e trattamento. Ricordo poi che il sistema di rilevazione incendi del capannone è collegato alla centrale della vigilanza”.

Nonostante la relazione finale dei Vigili del Fuoco non sia ancora disponibile (ndr – al 9 ottobre) sono stati individuati due punti di innesco diversi all’origine delle fiamme segno evidente che la matrice del rogo del 30 settembre sia dolosa. Chi pensate abbia l’interesse a infliggere danni economici tanto rilevanti, d’altronde le balle bruciate corrispondono a un mancato introito…

“Rispetto alle dinamiche io non mi esprimo. Spetta ai Vigili del Fuoco dirci come sono andate le cose al termine dell’istruttoria. Procedimento in corso e di cui non conosciamo i tempi. L’unica cosa che voglio ribadire è che Ca.Re non è in debito di realizzazioni o di interventi ai fini della sicurezza”.

Qual è il giro d’affari di Ca.Re?

“Nel 2022 i ricavi sono stati 6,5 milioni, di cui 4mila euro di utili”.

Nonostante stiate lavorando al di sotto delle vostre potenzialità, sono già quattro gli incendi che hanno colpito lo stabilimento. E’ evidente che qualcosa sia andato storto. A fronte di un futuribile aumento della capacità di trattamento cosa intendete fare per evitare che ne accadano altri?

“Ca.Re già oggi adotta tutte le misure necessarie per prevenire gli incendi, valuteremo se e come implementare le misure atte a minimizzare al massimo tale rischio”.

I comuni soci di Aimag (che detiene il 51% di Ca.Re) vi hanno espresso l’intenzione di aiutarvi nel rafforzare ulteriormente la sicurezza per tutelare la salute pubblica? E il soggetto privato Garc?

“Io credo che tutte le parti coinvolte siano d’accordo nell’apportare migliorie per prevenire ulteriori incendi ma alla sua domanda non sono io a dover rispondere”.

Le cause del devastante rogo non sono ancora state chiarite ma l’ipotesi del dolo assume contorni sempre più nitidi.

Jessica Bianchi 

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