La sede del polo universitario targato Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi in via Corbolani è pronta e accoglierà i primi studenti a partire dal 18 settembre quando inizieranno le prime lezioni del nuovo Corso di Laurea Magistrale in Sustainable Industrial Engineering. Un’operazione faraonica, costata 21 milioni di euro (15 milioni per l’edificio e 6 per finanziare nei prossimi 12 anni l’attività didattica), che il presidente della Fondazione, Mario Arturo Ascari, ha definito “una sfida titanica che si è realizzata. Grazie a uno straordinario e tenace gioco di squadra, siamo riusciti a coronare un sogno”.
Un’opportunità, prosegue, “non solo per gli studenti ma per l’intero territorio, dal momento che l’obiettivo del Polo non è solo di carattere didattico. Gli asset sono quattro: istruzione, attività di ricerca e quella di trasferimento tecnologico al tessuto produttivo, peraltro sono già una sessantina le aziende che hanno manifestato formalmente il loro interesse e, infine, la divulgazione culturale alla città attraverso una serie di iniziative che prenderanno il via nel corso dell’autunno. Carpi oggi ha la sua università e questa è la prova che se si lavora assieme, mettendo a fattor comune idee, risorse, impegno, determinazione e passione, i sogni si avverano”.
Un investimento economico, quello della Fondazione Cr di Carpi a dir poco imponente, “il più grande della storia dell’ente”, sottolinea Ascari. “Cifre impressionanti quelle messe a disposizione dalla Fondazione che rendono questa esperienza del tutto unica in Italia”, aggiunge Paolo Tartarini, professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari di Unimore nonché referente del nuovo corso.
Ma come stanno reagendo gli studenti, quante sono sinora le iscrizioni?
“I primi riscontri sono più che positivi – prosegue Ascari – ad oggi (ndr – 8 settembre) abbiamo 42 pre iscrizioni che dovranno essere vagliate e analizzate poiché i criteri di accesso sono piuttosto stringenti. Vi sono ragazzi che arrivano dal nostro territorio ma anche da Stati Uniti, Nord Europa e Sud Est asiatico. Su questo fronte c’è tanto lavoro da fare ne siamo consci ma progetti di questo tipo impiegano circa tre anni per giungere a regime; non abbiamo la pretesa di avere un numero elevato di studenti sin dal primo anno ma le premesse sono davvero buone e poi c’è tempo fino al 31 dicembre per iscriversi”.
La parola chiave del corso è innovazione poichè è nato da una fondamentale esigenza del tessuto imprenditoriale: “quella di formare ingegneri capaci di guidare i processi di innovazione, pronti ad avere un ruolo centrale nella transizione delle aziende verso la sostenibilità. Per ottenere tale risultato, il Corso, interamente in lingua inglese, è stato progettato su tre pilastri: collaborazione continua con le aziende, attività sul campo e di laboratorio non inferiori alla preparazione teorica, sviluppo di soft skills”.
Ora l’auspicio di tutti è che questo progetto decolli davvero, perché il costo, in termini economici e di consumo suolo, è stato molto alto.
“I risultati – sottolinea il sindaco Alberto Bellelli – non si raccoglieranno in cinque minuti, servirà tempo ma ricordiamoci che l’università non è solo un’istituzione che offre formazione e cultura, ma è anche un motore di sviluppo nonché un’opportunità per le aziende, che potranno beneficiare della ricerca e della collaborazione con i docenti e gli studenti, e per la comunità che potrà arricchirsi di nuove idee e stimoli. Questa non è la costruzione dell’ennesimo campanile, bensì di un ponte, tra Carpi e la realtà circostante”.
Jessica Bianchi