Carpi non si candida a Capitale della Cultura 2026 per favorire Rimini

Il primo cittadino carpigiano ha fatto riferimento alla necessità di coesione e collaborazione fra colleghi in generale e in particolare fra sindaci della stessa regione, soprattutto alla luce della catastrofe senza precedenti che ha devastato parte della Romagna a fine maggio.

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Il Comune di Carpi non proseguirà nella candidatura a Capitale italiana della Cultura 2026 per non creare una concorrenza regionale con la città di Rimini: il sindaco Alberto Bellelli ha comunicato oggi la decisione al collega romagnolo, Jamil Sadegholvaad, spiegandogli le motivazioni della scelta.

Il primo cittadino carpigiano ha fatto riferimento alla necessità di coesione e collaborazione fra colleghi in generale e in particolare fra sindaci della stessa regione, soprattutto alla luce della catastrofe senza precedenti che ha devastato parte della Romagna a fine maggio.

La procedura della Capitale Italiana della Cultura prevede che le città o Unioni aspiranti (26 alla chiusura delle manifestazioni d’interesse, il 4 luglio scorso), mandino al Ministero entro il 27 settembre il proprio progetto da realizzare nel corso del 2026, il cosiddetto dossier di candidatura: Carpi si asterrà dal presentarlo, cosa che la farà uscire dalla gara senza tuttavia effetti sulle future edizioni del programma. “A breve – dichiara Bellelli – prenderemo contatti con la Regione per prepararci ufficialmente al prossimo bando, che assegnerà il titolo per il 2027”.