“Creo abiti per bambini a partire da scarti di tessuto”

Sweetom di Silvia Vivi è il sogno di una mamma che prende vita in una piccola mansarda e che, grazie alle mani esperte di una nonna sarta, diventa realtà.  Un progetto di abbigliamento 0/12 anni che pone al centro la scelta delle materie prime e la selezione dei modelli, sviluppando le collezioni in un’ottica di economia circolare, con uno sguardo attento all’ambiente e al mondo circostante, quello che i nostri figli vivono e vivranno, e che è stato insignito del premio Giovani Imprenditori di Lapam per la migliore idea imprenditoriale legata all’artigianalità e al made in Italy.

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I tessuti vengono selezionati da rimanenze di grande aziende, fine pezze e fine serie che andrebbero inevitabilmente al macero. I modelli per bambini da 0 a 12 anni vengono studiati in modo da poter essere utilizzati per più stagioni.               
I capi non sono trattati e non vengono messe applicazioni e stampe, in modo da utilizzare il più possibile il tessuto nella sua integrità evitando ulteriori passaggi nella filiera di produzione. Tutto questo è Sweetom, un progetto che si basa sul km 0, e che parte come una sfida che si concretizza durante il lockdown quando i capi ordinati venivano prodotti solo internamente e al momento dell’ordine, per poi ampliarsi negli ultimi due anni con una  rete di collaboratori esterni, selezionati andando a bussare personalmente alle porte di garage e laboratori dove si trovano le macchine di esperte sarte e confezioniste che hanno visto lo splendore negli anni d’oro della maglieria carpigiana. L’ideatrice è Silvia Vivi, 37 anni di Soliera, con una laurea magistrale in Management Internazionale, ex dipendente di un’azienda di moda nell’ufficio Marketing e Comunicazione e mamma di Tommaso, che ha ricevuto il premio Giovani Imprenditori di Lapam proprio per la sua proposta imprenditoriale basata sull’economia circolare e che dice: “innovare tornando alle origini è il mio motto”. 

Silvia, quando e come è nata l’idea di creare Sweetom?

“È nata per hobby nel 2019 unendo le mie idee alle competenze tecniche di mia suocera sarta. Tutto ha preso vita concretamente durante il lockdown quando ho iniziato a postare i primi capi su Instagram e poi ho realizzato il primo sito ‘homemade’. Ben presto sono arrivati i primi ordini e anche i feedback positivi. Nel frattempo, causa Covid, sono cambiate le mie esigenze di donna, mamma e lavoratrice per cui Sweetom è diventato un lavoro a tutti gli effetti”.

Qual è la filosofia di Sweetom?

“La filosofia è artigianalità e innovazione al tempo stesso. Il prodotto è semplice e comodo, si lavora allungando il ciclo di vita del prodotto in modo che i modelli scelti possano essere utilizzati più a lungo e che possano essere utilizzabili in più stagioni diverse. Lavoriamo materie prime a km 0. Per i tessuti acquisto rimanenze da stock, fine pezze o scarti che andrebbero al macero in un’ottica di sostenibilità ed economia circolare”.

Come nasce la tua passione per l’abbigliamento da bambini?

“Ho sempre avuto la passione per la moda, tanto è vero che ho scritto la mia tesi di laurea sulla moda e ho lavorato per dieci anni in questo settore e, anche se non mi sono mai occupata direttamente del prodotto, ne sono sempre stata molto curiosa. La passione per la moda junior nasce con la nascita di mio figlio”.

Ti aspettavi di ricevere il premio Giovani Imprenditori di Lapam?

“No, era la prima volta che partecipavo al Premio Giovani. C’erano tante realtà interessanti di settori diversi, tutte storie molto belle. È stata una sorpresa vincere il premio”.

Sogni e progetti per il futuro?

“Vorrei aprire uno spazio tutto mio dove poter mostrare le mie creazioni e non solo. Desidero ampliare la rete business to business, ovvero gli scambi commerciali tra aziende, e crescere in tutti i sensi, come prodotto, come attività e come conoscenza”.

Chiara Sorrentino

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