Carpi, priva di automedica, non può più contare nemmeno su quella di Correggio

L’automedica ha lasciato Correggio per Novellara nell’ambito della riforma regionale del sistema dell’Emergenza-urgenza, una decisione che ha creato numerosi mal di pancia anche a Carpi. A levare la propria voce vi sono ora anche il sindaco Alberto Bellelli e l’assessore alla Sanità Tamara Calzolari. Un appello necessario ma tardivo: perchè nel corso del tempo non siamo mai riusciti a portare a casa un’automedica? Perchè una città come la nostra non ha mezzi di soccorso con un medico a bordo? Novellara non è così lontana ma quante volte ancora vedremo sorvolare la nostra città dall’elisoccorso perchè l’equipaggio reggiano è occupato altrove? I mezzi sono pochi e i medici ancor meno.

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L’automedica ha lasciato Correggio per Novellara nell’ambito della riforma regionale del sistema dell’Emergenza-urgenza, una decisione che ha creato numerosi mal di pancia anche a Carpi. Il mezzo reggiano di soccorso avanzato infatti interviene spesso anche nel nostro territorio poiché, lo ricordiamo, Carpi, nonostante i suoi 72mila abitanti, continua a essere sprovvista di un servizio salvavita fondamentale. A levare la propria voce contro lo spostamento a Novellara della sede dell’automedica di zona vi sono ora anche il sindaco Alberto Bellelli e l’assessore alla Sanità Tamara Calzolari che chiedono a Regione e Ausl garanzie affinché venga salvaguardata la qualità della sanità pubblica. La necessità di intervenire per riformare il modello dell’emergenza-urgenza nasce dall’esigenza di affrontare il problema della pressione ormai insostenibile verso i Pronto soccorso. Conveniamo con l’obiettivo che si è data la Regione di mediare l’accesso ai Ps dirottando i codici a bassa intensità verso i CAU – Centri Assistenza Urgente che devono garantire una adeguata copertura territoriale e di orario”.

Affinchè il modello funzioni però il 118 deve poter intervenire con i mezzi adeguati.  Come? “Una prima direttrice – proseguono sindaco e assessore – è quella di rafforzare le competenze delle auto infermieristiche, investendo sulla professionalità degli operatori e delle procedure effettuabili, ma si deve valutare attentamente la copertura del mix delle competenze medico-infermieristiche della rete. Per questo invitiamo a monitorare attentamente le scelte di rimodulazione che verranno effettuate soprattutto per gli effetti che possono produrre nelle aree di confine: per quanto riguarda ad esempio il territorio di Carpi è importante capire anche l’effetto delle scelte che si compiono sulle auto mediche sia nel distretto di Correggio che in quello di Mirandola per la sostenibilità del modello. Pertanto chiediamo massima attenzione sia alle Ausl che alla Regione nel valutare queste implicazioni nel presentare i progetti che sono previsti per le prossime Conferenze territoriali socio sanitarie”.

Un appello necessario ma tardivo: perchè nel corso del tempo non siamo mai riusciti a portare a casa un’automedica? Se i nostri amministratori ci fossero riusciti oggi avremmo un patrimonio da difendere ma non saremmo rimasti a bocca asciutta. Perchè una città come la nostra non ha mezzi di soccorso con un medico a bordo? Novellara non è così lontana ma quante volte ancora vedremo sorvolare la nostra città dall’elisoccorso perchè l’equipaggio reggiano è occupato altrove? I mezzi sono pochi e i medici ancor meno. 

“Prima dello spostamento dell’automedica a Novellara, l’automedica di Correggio era attiva 12 ore al giorno, mentre l’autoinfermieristica, tuttora operativa, è attiva 24 ore al giorno” si difende l’Ausl di Reggio Emilia che, nei giorni scorsi, aveva annunciato anche come l’auto medica dell’Assistenza pubblica Croce azzurra di Traversetolo e l’auto infermieristica, in partenza dall’Ospedale di Montecchio, da fine settembre metteranno in condivisione le risorse e copriranno come unico bacino d’utenza la popolazione della Val d’Enza. Un’operazione fatta nel segno “dell’ottimizzazione delle risorse” e del “potenziamento del servizio”. 

Spacciato come una vittoria in realtà tale annuncio è il segno sempre più tangibile di come la sanità pubblica stia affondando per mancanza di risorse e personale. Si allargano i territori di competenza, il bacino di utenza… a restringersi sono solo le forze in campo. Certo il servizio di elisoccorso è stato potenziato e nonostante i suoi costi elevatissimi lo vediamo alzarsi in volo sempre più spesso. Perchè? Per una ragione evidente: non ci sono abbastanza medici da mettere sui mezzi di soccorso avanzato come le auto mediche. 

J.B.

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