La plastica e il bidone della discordia

Al di sotto delle 11 unità abitative non è previsto un bidone condominiale e tale linea verrà mantenuta. Nessuna eccezione, conferma Aimag. “Una scelta che va nella direzione, laddove possibile, di non ingombrare ulteriormente le aree comuni dove peraltro sono già presenti altri contenitori adibiti alla raccolta”.

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Da quando la raccolta differenziata domiciliare è stata estesa anche alla plastica, la città si è divisa in due fazioni. Da un lato vi è chi, pur abitando in condomini d grandi dimensioni non vorrebbe un bidone comune per risparmiare così le inevitabili operazioni di gestione e lavaggio e, al contempo, l’abbandono di sacchi di immondizia da parte di concittadini incivili, dall’altro c’è chi, risiedendo in palazzine con meno di 11 appartamenti e dovendo quindi conferire il proprio sacchetto sul marciapiede, vorrebbe un contenitore condominiale per salvaguardare maggiormente pulizia e decoro dell’area ed evitare la formazione di spiacevoli cumuli.

“Mi domando – ci scrive una lettrice – perché si discrimini un cittadino che abita in un condominio con meno di 11 appartamenti. Il nostro conferimento di plastica non è forse il medesimo rispetto a quello di chi abita in un palazzo più grande? Perchè noi dobbiamo lasciare i sacchi a terra, peraltro a orari diversi a seconda delle proprie esigenze? Non è possibile richiedere un cassone condominiale? Vogliamo pulizia e ordine davanti casa”.

Una richiesta che Aimag rispedisce al mittente: al di sotto delle 11 unità abitative non è previsto un bidone condominiale e tale linea verrà mantenuta. Nessuna eccezione. “Una scelta che va nella direzione, laddove possibile, di non ingombrare ulteriormente le aree comuni dove peraltro sono già presenti altri contenitori adibiti alla raccolta”.

J.B.

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