Non esistono punturine magiche per dimagrire, attenzione ai messaggi veicolati dai social

Celebrities e social media non parlano d’altro e nei Paesi anglosassoni è ormai Ozempic-mania. La chiamano la punturina magica per dimagrire in modo massiccio e rapido e i video che si rincorrono su Tik Tok hanno creato una moda assai rischiosa per la salute. Sì perchè utilizzare impropriamente il semaglutide, farmaco contro il diabete da assumere sotto stretto controllo medico, può avere controindicazioni davvero importanti.

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Celebrities e social media non parlano d’altro e nei Paesi anglosassoni è ormai Ozempic-mania. La chiamano la punturina magica per dimagrire in modo massiccio e rapido e i video che si rincorrono su Tik Tok hanno creato una moda assai rischiosa per la salute. Sì perchè utilizzare impropriamente il semaglutide, farmaco contro il diabete, diventato intanto quasi introvabile e da assumere sotto stretto controllo medico, può avere controindicazioni davvero importanti. Alla dottoressa Daniela Piani, Direttrice del servizio di Diabetologia dell’Azienda Usl di Modena, chiediamo:

Daniela Piani, Direttrice del servizio di Diabetologia dell’Azienda Usl di Modena

A cosa serve il Semaglutide?

“Quando consumiamo del cibo, questo transita lungo il nostro intestino dove attiva la produzione di vari ormoni gastrointestinali. Alcuni di questi costituiscono un segnale diretto al pancreas, che viene così indotto a produrre l’insulina necessaria per metabolizzare gli zuccheri ingeriti con il pasto. Semaglutide è un farmaco di sintesi che riesce a imitare perfettamente questo segnale e per tale motivo, come altri farmaci simili detti GLP1-RA, viene utilizzato nella terapia farmacologica del diabete di tipo 2, dove questa produzione di insulina è deficitaria. Si è osservato inoltre che i farmaci GLP1-RA hanno effetti multipli su vari organi e apparati del corpo umano, il più attraente dei quali è la riduzione dell’appetito, cosicché le persone assumono meno cibo e ottengono una significativa perdita di peso corporeo. Già nel 2018 è stata testata l’efficacia di semaglutide in forma iniettiva sulla perdita del peso corporeo in soggetti obesi, non diabetici. L’80% circa delle persone trattate ha perso almeno il 5% del peso corporeo iniziale e il 25% di loro ha ottenuto la perdita del 20% del peso corporeo con cui hanno iniziato il trattamento. Ma dobbiamo tenere ben presente che le persone dello studio erano grandi obesi (con indice di massa corporea medio di 39), che il 19% di loro ha sospeso la somministrazione del farmaco per effetti collaterali, seppure non severi o per loro scelta, e che alla sospensione del farmaco, dopo 52 settimane di terapia continuativa e controllata, hanno recuperato parte del peso corporeo, tanto più quanto era stata l’entità del dimagrimento”.

Quali sono le controindicazioni e gli effetti collaterali che questo farmaco può comportare se usato impropriamente?

“Semaglutide causa effetti collaterali, soprattutto gastro-intestinali tipo nausea, vomito, diarrea, ma anche stitichezza, che insorgono all’inizio del trattamento e in seguito tendono a diventare più tollerati, ma non da tutti i pazienti. Non deve essere utilizzato in persone con coliche biliari per il rischio di sviluppare pancreatiti e nelle persone con maculopatia, perché semaglutide potrebbe peggiorare questo disturbo dell’occhio. Inoltre la terapia con semaglutide richiede un attento monitoraggio nel tempo della tiroide e, in persone a rischio di aritmie cardiache, è opportuno effettuare controlli dell’elettrocardiogramma”.

La corsa a utilizzarlo in chi non ha il diabete stia contribuendo a ridurne le scorte al punto da aver portato l’Agenzia Italiana del Farmaco ad avvertire che per tutto il 2023 saranno possibili carenze nelle forniture. Graziano Di Cianni, presidente dell’Associazione Medici Diabetologi ha dichiarato che «su circa quattro milioni di diabetici in Italia si stima che diverse migliaia siano in cura con semaglutide e oggi siano costretti a cambiare terapia e usare prodotti meno efficaci o meno tollerati». Nel nostro territorio esiste tale problematica? 

“È difficile quantificare la corsa a utilizzare semaglutide nei non diabetici perché quanto appare sui social-media illustra i comportamenti di alcune celebrities appunto, ma non documenta con dati oggettivi quanto spesso tale farmaco sia utilizzato al fine di raggiungere un calo ponderale nella popolazione generale. La prescrizione di semaglutide in fascia A (con costi a carico del sistema sanitario nazionale) è disciplinata dalla Linee guida nazionali per la cura del Diabete, emanate a gennaio 2022 ed è molto aumentata nell’ambito dei percorsi di cura per il diabete tipo 2 adottati dalle varie aziende sanitarie locali. L’Assessorato alla Sanità della Regione Emilia Romagna, alla luce dei chiari benefici che i farmaci GLP1-RA producono nella cura del diabete e delle sue complicanze, ha pure incentivato il loro utilizzo nella pratica clinica, cosicché si è prodotto un notevole incremento della prescrizione per questo scopo e con tale modalità anche nella nostra provincia (+237% nel 2022 rispetto al 2021). Non abbiamo dati invece su quante prescrizioni sono state redatte e quante confezioni del farmaco semaglutide sono state dispensate nelle farmacie retail (con costi a carico dell’acquirente) per la cura dell’obesità”.

Farmaci a base di Semaglutide, come il Saxenda ad esempio, da quali figure possono essere prescritti e a chi? 

“Sono tanti i farmaci utilizzabili nella cura dell’obesità, tra i quali anche semaglutide e Saxenda, e tutti sono prescrivibili da qualunque medico chirurgo con costo a carico dell’acquirente. Tuttavia occorre considerare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’obesità una patologia cronica, caratterizzata da un eccesso di grasso corporeo che può causare problemi medici, psicologici, fisici, sociali ed economici. L’obesità è una patologia seria, riconosciuta come un problema importante di salute pubblica. L’O.M.S. calcola la prevalenza dell’obesità in Europa tra il 10 e il 25% della popolazione. In Italia, un adulto su tre è in sovrappeso, mentre il 10% circa della popolazione adulta è affetto da obesità patologica (soggetti apparentemente in buona salute, ma in realtà a elevato rischio di malattia e di complicanze). Il problema quindi non è chi prescrive i farmaci per l’obesità, ma quali sono i contesti e i percorsi  per la diagnosi, la cura e la gestione dell’obesità, che non può essere affrontata con l’automedicazione, né con l’uso del solo farmaco, ma con il supporto di professionisti che utilizzino nel modo più efficiente le risorse sanitarie disponibili, garantiscano la sicurezza e il monitoraggio della cura e offrano un percorso di cura organizzato con più professionisti e in più momenti,  dei quali la prescrizione del farmaco è solo una piccola parte. Nella nostra provincia esistono centri pubblici di eccellenza a riguardo e nella Regione Emilia-Romagna c’è una istituzione pubblica universitaria per la ricerca e la cura dell’obesità di livello internazionale”.

Jessica Bianchi