Aimag: tutte le forze politiche della bassa si uniscono per mantenere il controllo pubblico

A fare scudo per Aimag sono i territori della bassa modenese e mantovana, in tutto quindici comuni soci della multiutility pronti ad approvare la delibera che riguarda il Patto di Sindacato “ponte”, nella quale si blinda il controllo pubblico al 60%.

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Se il voto sarà unanime nei consigli comunali, e la delibera sarà quindi votata dalle forze di governo e di opposizione insieme, siamo di fronte a una scelta di campo di cui la politica, a tutti i livelli, non potrà non tenere conto. A fare scudo per Aimag sono i territori della bassa modenese e mantovana, in tutto quindici comuni soci della multiutility pronti ad approvare la delibera che riguarda il Patto di Sindacato “ponte”, nella quale si blinda il controllo pubblico al 60%. Il Patto di Sindacato è scaduto il 30 aprile e la delibera sottolinea l’opportunità di osservarne le disposizioni fino al 30 giugno per garantire l’unità della maggioranza pubblica nella fase transitoria della redazione di un nuovo patto.

La bassa mantovana e modenese giudicano inopportune in questa fase “affrettate, ingiustificate e irreversibili modifiche alla governance del Gruppo. Come peraltro pare altrettanto inopportuno anche l’ingresso di un rappresentante del socio privato nel Consiglio di amministrazione di Aimag in quanto diretto concorrente nei settori di vendita energia e trattamento dei rifiuti”.

Una fase transitoria così configurata è ben diversa da quella dal precedente ordine del giorno in cui, in regime transitorio, si profilava un percorso di sviluppo con Hera, l’ingresso di un consigliere nominato da Hera nel consiglio di amministrazione e la nomina del direttore da parte della stessa.

“Sarebbero invece possibili da subito confronti con il socio Hera e con altri operatori su accordi industriali che siano vantaggiosi per entrambe le parti senza che ciò comporti modifiche dell’assetto azionario e operazioni di controllo societario”. A maggior ragione perché, viene sottolineato, la cessione del controllo  (anche solo di fatto, ad esempio consentendo la nomina da parte privata di amministratori e del direttore generale) sarebbe certamente censurabile in termini di legittimità in eventuale assenza di gara pubblica.

Finché è governata esclusivamente dalla proprietà pubblica, Aimag può tra l’altro affrontare le gare per l’affidamento dei servizi individuando un partner di minoranza attraverso una gara a doppio oggetto ad evidenza pubblica: una procedura definita con Atersir per i rifiuti ma che non è da escludere per il servizio idrico. Di contro, se fossero presenti amministratori di nomina privata, Aimag sarebbe assoggettata alle procedure di gara per l’affidamento delle concessioni e non le sarebbe possibile un’associazione temporanea d’impresa con il partner privato Hera in quanto soggetto dominante nelle aree in cui si svolgono le gare.

Gli elementi sopra riportati, e cioè l’illegittimità della scelta del partner senza procedura ad evidenza pubblica, la perdita delle concessioni rifiuti e idrico, la perdita “gratuita” del controllo di fatto della società, “comporterebbero un enorme danno erariale, un danno al patrimonio di ogni singolo comune socio e atti del tutto illegittimi con gravi responsabilità a carico di chi ne fosse autore, o anche solo partecipe”. E basta illazioni sul bilancio o pretestuose denigrazioni da parte di chiunque (soci, organi sociali, terzi)! Vanno tutelate l’azienda, la sua immagine e la sua reputazione. Aimag è un’azienda sana, l’ha documentato il Consiglio di Amministrazione con la Relazione sulla situazione economico-finanziaria e con il Report provvisorio del Gruppo.

 

 

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