Brutta ma buona, scegliamo la frutta e la verdura della Romagna per aiutare i produttori

L’appello di Luigi Bosi, vicepresidente dei Giovani di Confagricoltura-Anga Emilia Romagna, nonché proprietario di un’azienda ortofrutticola a Boncellino di Bagnacavallo, nel ravennate è chiaro: “la piccola parte dei raccolti che si salva sarà brutta ma dateci una mano e acquistatela per aiutarci a risollevarci”.

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Sono oltre 5mila secondo la Coldiretti le aziende agricole colpite dal maltempo per frane o allagamenti e che mettono a rischio nell’intera filiera almeno 50mila posti di lavoro tra agricoltori e lavoratori dipendenti nelle campagne, nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione, con danni al momento incalcolabili in attesa del deflusso delle acque e del fango. Il settore più colpito è quello dell’ortofrutta con il lento deflusso dell’acqua rimasta nei frutteti che “soffoca” le radici degli alberi fino a farle marcire e il rischio di far scomparire intere piantagioni che impiegheranno 4 o 5 anni prima di tornare produttive.

“A causa della cementificazione e dell’abbandono – precisa Coldiretti – l’Italia ha perso quasi il 30% dei terreni agricoli nell’ultimo mezzo secolo con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari ed effetti sulla tenuta idrogeologica del territorio e sul deficit produttivo del Paese e la dipendenza agroalimentare dall’estero. Il risultato è che in Italia oltre 9 comuni su 10 in Italia secondo l’Ispra hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane e alluvioni ma la percentuale arriva al 100% in molte regioni come l’Emilia Romagna. Per effetto delle coperture artificiali il suolo non riesce a garantire l’infiltrazione di acqua piovana che scorre in superficie aumentando la pericolosità idraulica del territorio nazionale secondo l’Ispra”.

I danni – diretti e indiretti – sono talmente gravi che il rischio è che molte aziende della fruit valley italiana per antonomasia non riescano a rialzarsi. L’appello di Luigi Bosi, vicepresidente dei Giovani di Confagricoltura-Anga Emilia Romagna, nonché proprietario di un’azienda ortofrutticola a Boncellino di Bagnacavallo, nel ravennate è chiaro: “la piccola parte dei raccolti che si salva sarà brutta ma dateci una mano e acquistatela per aiutarci a risollevarci”.

La maggior parte delle coltivazioni, prosegue, “è terribilmente compromessa. I seminativi sono completamente anneriti, ammuffiti poiché sono rimasti troppe ore sotto il livello dell’acqua, così come le colture orticole. Il raccolto del grano è andato, così come quello di patate e barbabietole.  Avevamo appena iniziato a cogliere le fragole, le prime ciliegie, a breve sarebbero seguiti nettarine, kiwi, albicocche… ma purtroppo anche le coltivazione arboree sono in forte sofferenza poiché gli apparati radicali sono in condizione di asfissia a causa del terreno saturo di acqua”.

Alcuni prodotti della terra “siamo fiduciosi di poterli salvare – ribadisce Bosi – avranno dei difetti estetici ma chiediamo al consumatore finale di leggere le etichette, guardare le provenienze e scegliere frutta e verdura della Romagna. Avere un occhio di riguardo per la nostra produzione vuol dire sostenere l’economia locale di questo territorio, perché rialzarsi sarà davvero dura”.