In attesa di un nuovo ospedale di cui non esistono certezze, ben vengano i lavori di ampliamento del Pronto Soccorso

Nei giorni scorsi hanno preso il via le opere propedeutiche all’inizio dei lavori di ampliamento del Pronto Soccorso, il cui efficientamento è fondamentale per assicurare il diritto della cittadinanza a ricevere cure tempestive e appropriate. Certo la creazione di nuovi spazi non è sufficiente e la ricerca di ulteriori medici, infermieri e Oss per alleggerire il carico di lavoro degli operatori del Ps, da anni in sottorganico, non deve subire alcuna battuta d’arresto ma i due ambiti non si escludono.

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Il Pronto Soccorso di Carpi sconta da anni gravi carenze di spazi e personale. E se sul fronte del reperimento di nuovi medici di Emergenza – Urgenza, vera e propria croce per l’Ospedale Ramazzini e non solo, nulla al momento pare muoversi, sono invece in arrivo importanti novità sul versante muri. Nei giorni scorsi, infatti, hanno preso il via le opere propedeutiche all’inizio dei lavori – previsto nelle prossime settimane – di ampliamento del Pronto Soccorso. Un cantiere in calendario da tempo e che, finalmente, è pronto a decollare con inevitabili e positive ricadute non solo per gli operatori ma anche per l’utenza.  

“Il progetto complessivo – spiega l’Ausl di Modena – prevede la realizzazione di una struttura di circa 900 mq attigua al PS esistente, (ndr – a ridosso della mai utilizzata pista di atterraggio dell’elisoccorso) con nuovi ambulatori, locali e strumentazioni tecnologiche per l’approfondimento diagnostico, al servizio del sistema di emergenza-urgenza”.

L’investimento totale, che comprende anche il riassetto (già ultimato) di alcune aree del PS attualmente in funzione, è di oltre 4 milioni e 600mila euro, di cui poco più di 3 milioni di finanziamenti statali per la riorganizzazione delle reti ospedaliere per l’emergenza Covid, 750mila euro provenienti da donazioni, 350mila euro di finanziamento regionale e 400mila di fondi aziendali. 

Al termine dei lavori, che dovrebbero concludersi in circa un anno e mezzo, la struttura potrà finalmente contare su spazi maggiormente idonei ai volumi di attività di un Pronto Soccorso di secondo livello come quello della nostra città. “La realizzazione del progetto di ampliamento – prosegue l’Ausl – consentirà inoltre un miglioramento dei percorsi, come ad esempio quelli previsti in caso di patologie infettive, facendo così tesoro della lezione imposta dall’emergenza Covid”.

Un cantiere atteso da tempo per mettere l’equipe dell’Emergenza – urgenza nelle condizioni di poter lavorare al meglio e, al contempo, garantire ai pazienti una più efficiente e confortevole presa in carico. Il Pronto Soccorso rappresenta la porta principale dell’Ospedale, il luogo in cui convergono le acuzie, e il suo efficientamento è fondamentale per assicurare il diritto della cittadinanza a ricevere cure tempestive e appropriate. Certo la creazione di nuovi spazi non è sufficiente e la ricerca di ulteriori medici, infermieri e Oss per alleggerire il carico di lavoro degli operatori del Ps, da anni in sottorganico, non deve subire alcuna battuta d’arresto ma i due ambiti non si escludono.

In attesa del promesso nuovo ospedale, il Ramazzini non può – e non deve – in alcun modo essere abbandonato a se stesso. Sul futuro nosocomio infatti, ad oggi, non vi sono certezze, pertanto il grande vecchio esige più di una ordinaria manutenzione, a partire proprio dal suo Pronto Soccorso. Luogo che sempre più deve diventare esclusivo appannaggio dell’acuzie e, anche a fronte dell’annunciata riorganizzazione dell’intero sistema dell’Emergenza – Urgenza regionale, sgravarsi di tutti gli accessi impropri, ovvero codici bianchi e verdi, i quali dovranno essere convogliati, ad esempio, verso la Casa della Salute, pronta in estate.

La tenuta dell’intero sistema sanitario è a rischio, ottimizzare le risorse è dunque un imperativo imprescindibile con cui fare i conti: ci si cura là dove ci sono le competenze e le tecnologie migliori e questo spesso non coincide con l’ospedale sotto casa. L’assistenza non funziona come un supermercato di prossimità: non è più sostenibile. Ed ecco che allora avere un Pronto soccorso funzionante, in grado di gestire l’emergenza, di stabilizzare il paziente e indirizzarlo poi verso la struttura più appropriata a seconda della patologia diventa determinante. Per farlo occorrono professionisti e spazi consoni. 

A chi crede alla favola del nuovo ospedale e considera l’allargamento del Ps uno spreco di denaro, ricordiamo che l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, ha sì confermato la volontà politica di realizzare una nuova struttura ospedaliera a Carpi per la quale “sono stati previsti 126 milioni di euro, di cui 57 di quota pubblica e 69 di project financing” ma che in “questo momento non siamo in grado di definire il cronoprogramma perché non siamo gli unici soggetti in campo”. Interrogata sui tempi, anche l’Ausl resta abbottonata: ”il 13 dicembre 2022 l’Ausl ha presentato il Progetto di Fattibilità Tecnico Economica – Fase 2, del Nuovo Ospedale di Carpi, al Gruppo tecnico regionale di valutazione, ricevendone in quella sede l’approvazione in linea tecnica.

In particolare si parla di una nuova struttura con una superficie complessiva di 47.050 mq, su un lotto di 142.500 mq; il quadro economico individuato è di 140milioni di euro.

Trattandosi di un investimento incluso nel Programma straordinario degli investimenti in sanità ex art.20, l’iter prevede quale prossimo step la trasmissione, entro il mese di luglio 2023, al Ministero della Salute del Documento programmatico, contenente l’insieme degli interventi previsti in questa tranche di finanziamenti statali”.

Insomma la partita, dal punto di vista economico e temporale, è lungi dall’essere vicina a un happy end. 

Ergo teniamoci stretto ciò che abbiamo e cerchiamo di facilitare la vita – e il lavoro – dei professionisti perchè altrimenti il rischio è che il Ramazzini perda sempre più pezzi e non stiamo parlando certo di muri… 

Jessica Bianchi

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