L’occasione per fare chiarezza rispetto alla ridda di voci è l’incontro organizzato da Azione martedì 18 aprile in Sala Duomo a Carpi moderato dai due rappresentanti del partito di Calenda, Giorgio Verrini di Carpi e Alberto Nicolini di Mirandola. L’andamento di Aimag nel 2022 sarà fotografato dal Bilancio e non è possibile avere numeri prima dell’approvazione dei soci in assemblea, ma a grandi linee il Presidente Gianluca Verasani e il Vicepresidente Matteo Luppi ne rivelano i parametri più importanti e, in sintesi, il Gruppo Aimag fa registrare nel 2022 una tenuta della redditività e un ulteriore indebitamento che però è ancora sotto controllo; l’auspicio è che nel 2023 ci sia una progressiva normalizzazione del mercato della vendita dell’energia per poter tornare a una redditività che possa essere ordinaria. Nell’anno della crisi internazionale legata al conflitto con la conseguente crisi energetica si è complicato il contesto in cui operano le multiutility alle prese con variabili economiche imprevedibili che hanno portato impatti negativi sul bilancio di Aimag in termini di maggiori costi e minori entrate per circa 10,5 milioni di minor redditività riassorbita in parte da altre aree di business. Nell’evidenziare in modo positivo questa capacità di reazione, è chiaro che rimane però – secondo i vertici di Aimag – la preoccupazione sul settore della vendita di energia: quando improvvisamente i prezzi dell’energia e del gas si sono moltiplicati in modo del tutto inedito per il mercato del settore si è verificata una tensione finanziaria in fase di acquisto e di approvvigionamento i particolare del gas che, dopo essere stato venduto e utilizzato dal consumatore/cliente, deve essere anche pagato. Per far fronte alle difficoltà delle famiglie e delle imprese Aimag ha dato la possibilità di ottenere rateizzazioni delle bollette oltre a dover applicare il blocco delle modifiche unilaterali. In pratica, oltre ad essersi esposta di più e prima per l’acquisto del gas, Aimag è rimasta esposta di più e per più tempo sull’incasso delle bollette con un maggiore impegno finanziario richiesto all’azienda. L’impatto negativo su Sinergas è stato amplificato ulteriormente perché in quest’area di business i volumi sono cresciuti dopo l’acquisizione, dettata dalla necessità di ampliare la base clienti in un settore in cui la dimensione è fondamentale, del ramo d’azienda dell’omologa Soenergy.
“Non siamo stati particolarmente fortunati con il timing dell’acquisizione – ha spiegato il Vicepresidente Luppi – nel senso che dopo il covid e con una situazione di termicità sfavorevole a chi vende gas, ad aggravare ulteriormente la situazione si è aggiunta la guerra in Ucraina con tutte le conseguenze che ne sono derivate”. Tutto questo ha un impatto sulla possibilità di fare investimenti straordinari (per quelli ordinari sono già considerati 30 milioni nei piani industriali e finanziari) di particolare entità perché il loro impatto deve tener conto della situazione di partenza.
Dopo aver illustrato la situazione attuale, le prospettive con riferimento in particolare alle future scadenze delle concessioni e i punti di criticità, Presidente e Vicepresidente hanno fatto riferimento anche alle scelte di carattere strategico contenute nello studio dell’advisor. È emersa nuovamente la necessità di individuare partnership per affrontare il futuro ma si tratta di “valutazioni che non competono al Presidente, né al Vicepresidente” sottolinea Verasani. La valorizzazione aziendale nel passato ha conosciuto prospettive e possibili soluzioni anche più gratificanti: oggi alla proprietà di Aimag, cioè al Patto di Sindacato che riunisce i ventuno Comuni soci, tocca decidere se passare attraverso scambi azionari di quote o cessione del controllo della gestione aziendale senza cedere la partecipazione azionaria. Nel momento in cui i Sindaci non rinnovassero entro il 30 aprile il Patto di Sindacato col risultato che ognuno dei ventuno comuni soci conti solo per sé stesso (oggi insieme sono al 65%), quale Sindaco sarà in grado di difendere l’interesse dei suoi cittadini nei confronti di un partner privato, Hera, che col 25% è il primo azionista singolo che non ha mai dimostrato disponibilità a forme di collaborazione industriale? Nelle conclusioni, Azione ribadisce che la priorità è agire nell’interesse dei cittadini e, cedendo la gestione, il valore del 65% dei Comuni non è più lo stesso; il Patto di Sindacato va rinnovato anche perché – sostiene Azione – si approssima la scadenza delle elezioni amministrative e stiamo entrando in campagna elettorale. Una scelta del genere a fine mandato è politicamente non condivisibile per il partito di Calenda.
Sara Gelli