“A Carpi non c’è nessuna nuova comunità di minori stranieri non accompagnati”

“Nel dicembre scorso Caleidos, la cooperativa che a Modena si occupa dell’accoglienza dei minori non accompagnati, ci ha chiesto di ospitare temporaneamente 10 ragazzi poiché l’appartamento in cui erano stati sistemati non era agibile e necessitava di lavori. L’auspicio è che questa situazione si risolva in tempi celeri dal momento che sono già numerosi i progetti che ci vedono impegnati per favorire i processi di arrivo, sostegno e integrazione”, ha dichiarato l’assessore alle Politiche Sociali, Tamara Calzolari dopo l’affondo del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia.

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E’ decisamente poco lusinghiera la fotografia che il SIULP – Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia tratteggia della nostra città. Nel chiedere a gran voce un rafforzamento dell’organico del Commissariato locale infatti, il sindacato descrive una Carpi allo sbando, in cui aumentano “i reati anche gravi” e dove la componente straniera, soprattutto quella di “confessione islamica sciita, meriterebbe un controllo più accurato” che invece non c’è proprio a causa della mancanza di personale.

L’affondo del Siulp però arriva su un’altra materia assai sensibile, soprattutto dopo l’omicidio del 16enne accoltellato nelle scorse settimane al Novi Sad di Modena, quello dei minori stranieri non accompagnati. 

“Sul territorio carpigiano – scrive il sindacato – si è trasferita da Modena una comunità che ospita minori stranieri non accompagnati che richiedono una trattazione delle pratiche in aggiunta alle già numerosi esistenti: considerato quanto sta accadendo a Modena, come giustamente denunciato dal sindaco Muzzarelli (ndr – “Modena è accogliente – ha scritto in una lettera al Governo il primo cittadino modenese – ma una città media non può sobbarcarsi una tale quantità di ragazzi. Non è possibile imparare da fonti terze che oltre 200 migranti sono arrivati qui solo nel mese di marzo, direttamente e senza nemmeno il kit di sopravvivenza. Vi esprimo con franchezza la mia grande preoccupazione in merito alla tenuta della sicurezza urbana e della coesione sociale”), c’è da essere preoccupati per quella che potrebbe presto essere una nuova problematica di degrado o sicurezza”. 

Un’emergenza di cui dobbiamo preoccuparci? “Va precisato che – spiega l’assessore alle Politiche Sociali, Tamara Calzolari – a Carpi non c’è nessuna nuova comunità di questo tipo. Nel dicembre scorso Caleidos, la cooperativa che a Modena si occupa dell’accoglienza dei minori non accompagnati, ci ha chiesto di ospitare temporaneamente 10 ragazzi poiché l’appartamento in cui erano stati sistemati non era agibile e necessitava di lavori. L’auspicio è che questa situazione si risolva in tempi celeri dal momento che sono già numerosi i progetti che ci vedono impegnati per favorire i processi di arrivo, sostegno e integrazione. Gli stranieri che giungono sin qui devono poter contribuire a loro volta allo sviluppo della città, pertanto una delle nostre priorità è quella di costruire progetti di accompagnamento per facilitarne l’ingresso nel mondo del lavoro onde evitare che vadano a ingrossare le fila di quello sommerso o, peggio ancora, delinquano”.

Il Siulp sottolinea poi che a Carpi “sono presenti ben sette moschee tutte con scuole coraniche, che rendono questa cittadina uno dei più importanti centri religiosi italiani: superfluo, forse, osservare che la presenza della comunità a confessione musulmana sciita meriterebbe un controllo più accurato, nonché un’adeguata e costante attività d’informazione, ma che purtroppo per le ragioni sopra citate diventa residuale”. Anche su questo fronte interviene l’assessore Calzolari: “in città sono presenti comunità eterogenee dalle differenti appartenenze religiose. Vi sono sciiti e sunniti e con loro, tramite l’intermediazione della Consulta stranieri, abbiamo avviato un dialogo in larga parte proficuo e collaborativo che va nella direzione di una convivenza civile, anche dopo gli episodi di risse che hanno coinvolto alcuni ragazzi di origine pachistana. La presenza di più associazioni culturali di stampo religioso non rappresenta un motivo di preoccupazione anche se è giusto che le Forze dell’Ordine vigilino per garantire la legalità. Al momento stiamo ragionando con tali associazioni sulla eventualità di un loro spostamento al di fuori del Biscione di via Unione Sovietica per alleggerire lo stabile ed evitare eccessive concentrazioni soprattutto durante le varie feste religiose”.

Jessica Bianchi