Quella della Madonna dell’Incrocio è una storia bella, nata dalla profonda dedizione di un carpigiano

C'è chi posa un fiore, chi pronuncia una preghiera, chi si fa il segno della croce. La Madonna dell’incrocio, adagiata in un’edicola votiva tra via don Zeno Saltini e via Tre Ponti, è ormai entrata nel cuore dei residenti del quartiere e di coloro che le passano accanto per andare a passeggiare o correre in via Corbolani.

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C’è chi posa un fiore, chi pronuncia una preghiera, chi si fa il segno della croce. La Madonna dell’incrocio, adagiata in un’edicola votiva tra via don Zeno Saltini e via Tre Ponti, è ormai entrata nel cuore dei residenti del quartiere e di coloro che le passano accanto per andare a passeggiare o correre in via Corbolani. La sua è una storia bella, nata dalla profonda dedizione di un carpigiano. 

“Decisi di porre una statua della Madonnina, spinto da una sorta di ispirazione, ai piedi di un meraviglioso salice posto in prossimità dell’incrocio nel 2008, quando qui il traffico era molto meno sostenuto. Se si alzano gli occhi – spiega Antonio – la Madonnina, diagonalmente, è in perfetta linea con la cupola del Duomo e il suo crocifisso, d’altronde è lei la via principale che ci porta a Gesù. In tanti hanno iniziato a pregare qui davanti e sono numerose le persone che si fermano a chiacchierare con me, a scambiare pensieri, a raccontarmi e a condividere gioie e difficoltà, mentre sono intento a prendermi cura dell’area e a cambiare i fiori”. 

Questa Madonnina è diventato un punto di riferimento, un’occasione per riflettere, per ritagliarsi un momento per sé. Insomma, “per sentirsi meglio”, sorride Antonio che nel 2015 ha dovuto affrontare la dolorosa perdita dell’amata moglie. “La fede nella Madonna è stata la mia ancora di salvezza è grazie a lei se sono riuscito a far fronte a questa prova e trovo la forza per andare avanti giorno dopo giorno. Per questo ho fatto un voto che tuttora perseguo”.

Nel 2021 la statua è stata rubata e Antonio ve ne ha posta un’altra al suo posto: “un giorno un signora si fermò per dirmi che la posizione della Madonnina in un incrocio era la perfetta metafora delle nostre vite. Perchè ogni giorno ciascuno di noi si trova di fronte a un bivio, costretto a decidere quale strada intraprendere, quale scelta compiere. E’ stato allora che ho capito: non ero mai riuscito a dare un nome alla Madonnina semplicemente perché non era ancora giunto il momento giusto per farlo. Gli incroci sono cruciali, per tutti noi. E se a guidarci nelle decisioni quotidiane fosse la fede forse le cose andrebbero meglio. Il nome la Madonna dell’incrocio è nato così, ispirato dalla saggezza di una passante”.

A gennaio di quest’anno la Madonnina è stata nuovamente trafugata ma Antonio non molla e lo scorso 19 marzo l’ha ricollocata nel posto che le spetta, l’incrocio tra via don Zeno Saltini e via Tre Ponti. “Due coppie che stavano passeggiando, con gentilezza e disponibilità, mi hanno aiutato a collocare la pesante nicchia, poi murata grazie alle abilità del signor Sandro, una persona davvero squisita. Questa Madonnina – conclude Antonio – mi dona ogni giorno piccoli, grandi gesti di solidarietà e bellezza. Non posso far altro che pensare che siano messaggi che giungono dall’alto”.

Jessica Bianchi 

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