Il fantasma del commissariamento torna a incombere sulla Regione Emilia Romagna

La voragine nei conti della sanità dell'Emilia-Romagna per il 2023 si attesta intorno ai 400 milioni di euro. Una cifra a dir poco rilevante, frutto di un fardello che la Regione si trascina dagli ultimi esercizi, vedi alla voce Covid, rincari energetici e inflazione. Ma ora, nell'impossibilità di ripianare il rosso con cifre simili a quelle messe in campo negli anni scorsi, la Regione ha invitato le aziende sanitarie a contenere la spesa per scansare il fantasma di un clamoroso commissariamento. Insomma gli scenari che si prospettano non sono affatto rosei. E il nuovo ospedale di Carpi? Ci saranno abbastanza risorse per portare a termine una struttura di cui si dibatte in città da oltre quindici anni?

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Rendering del nuovo ospedale di Carpi

La voragine nei conti della sanità dell’Emilia-Romagna per il 2023 si attesta intorno ai 400 milioni di euro. Una cifra a dir poco rilevante, frutto di un fardello che la Regione si trascina dagli ultimi esercizi, vedi alla voce Covid, rincari energetici e inflazione. Ma ora, nell’impossibilità di ripianare il rosso con cifre simili a quelle messe in campo negli anni scorsi, la Regione ha invitato le aziende sanitarie a contenere la spesa per scansare il fantasma di un clamoroso commissariamento. 

“Non possiamo far finta di nulla, dovremo fare attenzione a non sbilanciarci dal punto di vista finanziario”, ha sottolineato l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini. Un invito alla prudenza che però nulla ha a che fare con un concreto piano di rientro. Piano che, prosegue l’assessore, si renderebbe necessario solo a fronte di “non chiusura in pareggio del bilancio. Nel 2022, per il terzo anno consecutivo, ci siamo riusciti grazie alle risorse finanziarie regionali. Ora, dopo aver impiegato oltre 1 miliardo di risorse nostre per pareggiare i bilanci precedenti, abbiamo dato indicazione alle aziende di un contenimento della spesa. Non possiamo permetterci che il disavanzo potenziale sul 2023 possa trasformarsi in un disavanzo tale da portare a provvedimenti drastici da parte del Governo”, ovvero un eventuale commissariamento.  Una situazione, quella vissuta dall’Emilia Romagna, comune a tutte le regioni ma non per questo meno grave e preoccupante. I conti in rosso, infatti, si ripercuotono negativamente su numerosi fronti: dalla frenata per ridurre le liste di attesa per visite, esami ed interventi all’incapacità di assumere medici e operatori sanitari allo stesso ritmo degli ultimi anni. “Non possiamo rischiare di ampliare la forbice tra le entrate che stimiamo per il 2023 e il fondo che intendiamo spendere per erogare i servizi”, ha concluso Donini.

Insomma gli scenari che si prospettano per la sanità pubblica regionale non sono affatto rosei. E il nuovo ospedale di Carpi? Ci saranno abbastanza risorse per portare a termine una struttura di cui si dibatte in città da oltre quindici anni? Il dubbio – lecito – avanza.

J.B.

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