Avevano affittato il loro appartamento di 120 metri quadri per andare a vivere in una casa nuova acquistata coi risparmi di una vita ma, a causa di alcuni problemi legati al superbonus 110%, la ristrutturazione dell’immobile si è bloccata e per una famiglia carpigiana è iniziato un vero e proprio calvario.
“Da due anni stiamo lottando con l’inquilino che vive nel nostro appartamento arredato al sesto piano di un condominio di via III Febbraio insieme alla moglie e ai suoi tre figli. Nonostante il contratto di affitto sia scaduto il 31 dicembre 2022 e la disdetta sia stata addirittura mandata a ottobre 2021 lui non se ne vuole andare e continua a occupare i locali pur non avendone più alcun diritto”, spiegano il proprietario Roberto Caffarra e la moglie Sara Accomando.
La coppia, insieme ai tre figli, è ora in affitto in un appartamento di 70 metri quadri: “siamo praticamente accampati, i miei tre ragazzi dormono in un’unica stanza. La situazione è invivibile – prosegue Roberto – continuiamo a fare sacrifici quando potremmo tornare a casa nostra”.
Nel novembre 2022 nei confronti dell’inquilino, un cittadino di origine senegalese, sono state avviate le procedure di sfratto per morosità poiché dal 2020 ha accumulato un debito di 8mila euro di spese condominiali non pagate. Prima di passare alle maniere forti, la coppia ha cercato di convincerlo in modo amichevole: “ci siamo mobilitati per trovargli altre abitazioni, ma le ha rifiutate tutte, definendole non adeguate perchè ritenute troppo piccole. Gli abbiamo persino offerto la possibilità di acquistare lui stesso l’appartamento attraverso un finanziamento ottenibile grazie all’intermediazione di un’amica, ma non c’è stato nulla da fare, lui da lì non se ne va. Abbiamo contattato il Comune di Carpi, nella persona del sindaco Alberto Bellelli che ringraziamo per aver preso a cuore la nostra situazione, ma l’affittuario non ha diritto a una casa popolare dal momento che lavora, così come la moglie. I Servizi Sociali gli hanno prospettato varie forme di aiuto ma è ogni tentativo è caduto nel vuoto”, prosegue Sara che nel 2020, con l’irruzione della pandemia ha anche perduto il suo lavoro.
“Stiamo vivendo un momento davvero difficilissimo, lavora solo mio marito e le spese di cui deve farsi carico sono enormi: oltre al costo del nostro affitto e a tutti gli oneri legati alla casa nuova ancora bloccata, ci sono le spese condominiali di via III Febbraio”. Poi, come se tutto ciò non bastasse, l’inquilino da un paio di mesi non paga più nemmeno i 480 euro di affitto. Al danno la beffa.
L’uomo, pur occupando abusivamente un appartamento che avrebbe dovuto lasciare da mesi, continua ad accampare scuse (“dovete aiutarmi, cercatemi voi una casa” ripete senza posa al proprietario) ed è diventato aggressivo dopo la comparsa della troupe televisiva di Fuori dal Coro, interessatasi al caso.
“Mia figlia, ventenne, dopo l’ennesima richiesta amichevole di lasciare la casa è stata rincorsa lungo le scale e minacciata di morte come attestato anche dagli agenti della Polizia Locale delle Terre d’Argine che hanno casualmente assistito alla scena. Non ne possiamo più”, conclude Sara Accomando.
Jessica Bianchi