Il ritmo delle stagioni nella salute e nei colori. E’ questo il titolo dell’innovativo percorso a due creato dal dottor Ruggero Alberto Consarino, ginecologo e omeopata e dall’artista e arte terapeuta in formazione presso la Scuola Stella Maris di Bologna, Alberta Pellacani. I due professionisti nel corso di quattro incontri, uno per ciascuna stagione e inseriti nel programma dell’Università per La Libera Età Natalia Ginzburg, raccontano come ritrovare il proprio benessere psicofisico attraverso due approcci tanto differenti quanto convergenti nel raggiungimento di un obiettivo comune, ovvero la scienza medica e l’arte. “Creare un percorso di salute – spiega Alberta Pellacani – che insegni non solo ad adottare un corretto stile di vita ma anche a sentire interiormente il colore, a riscoprire l’arte come alleata in grado di accompagnare le persone sulla via della guarigione, è come aprire una porta sulla parte più profonda di noi stessi. L’essere umano non è fatto solo di carne ma vive di bellezza, di arte. Riscoprire questo anelito alla spiritualità può contribuire a farci star bene”. Il secondo appuntamento del ciclo si terrà giovedì 19 gennaio, alle 20,30, presso il Centro Sociale Loris Guerzoni di via Genova, 1. Il focus dell’intervento del dottor Consarino sarà su La giusta alimentazione per affrontare la stagione fredda mentre Alberta Pellacani condurrà un’esperienza guidata di acquerello sull’atmosfera dei colori intitolata Il respiro della quiete dell’inverno. “Oggi – spiega il dottor Consarino – il paradosso è che prendiamo un sacco di farmaci per mantenere il privilegio di mangiar male, di avere a tavola abitudini errate e così ci siamo ammalati di sindrome metabolica, di ipertensione, di obesità, di diabete… Pare che modificare le proprie abitudini alimentari ci costi moltissimo ma imparare a nutrirci nel modo corretto e secondo la stagionalità dei prodotti della terra è indispensabile per mantenersi in salute”.
E dalla scienza si passerà poi all’arte: “in inverno – prosegue Alberta – trascorriamo gran parte del nostro tempo dentro a luoghi chiusi. Per questo motivo porterò un contributo di riflessione su un’architettura che vada oltre alle esigenze funzionali e materiali per dare più ampie risposte ai bisogni dell’Uomo. Forme e colori, così come l’articolazione spaziale hanno un rapporto con la nostra vitalità e il nostro benessere psico-fisico. L’architettura dei luoghi di cura può essere un valido strumento di aiuto per promuovere la stessa salute di chi li vive”. E dopo tale riflessione si passerà al colore, la cui azione “è quella di nutrire. Quella che compiremo è a tutti gli effetti una meditazione del colore e non è necessario saper dipingere per partecipare”.
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Jessica Bianchi