“Al Liceo siamo in tanti, forse troppi. Non possiamo circolare liberamente durante l’intervallo per evitare assembramenti”

Non si arrendono gli studenti del Liceo Fanti che lo scorso novembre avevano presentato alla dirigente una petizione per chiedere il ripristino “della libera circolazione delle classi durante l’intervallo”. Di fronte al diniego della preside i ragazzi tornano ora alla carica: “queste limitazioni non sono giuste e le motivazioni addotte per mantenerle non sono convincenti”. Il dubbio infatti è che i divieti imposti non siano legati al contenimento del Covid bensì all’elevato numero di studenti e alla mancanza di spazi consoni.

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Non si arrendono gli studenti del Liceo Fanti che lo scorso novembre avevano presentato alla dirigente Alda Barbi una petizione per chiedere a gran voce il ripristino “della libera circolazione delle classi durante l’intervallo, al fine di garantire agli studenti il diritto alla socializzazione e al benessere psicologico già duramente colpiti” nel periodo più buio dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia. 

Un appello quello dei “suoi” ragazzi che la preside ha però ignorato nonostante la petizione fosse stata firmata da oltre 1.600 studenti, ovvero più della metà degli iscritti.

A non andare giù ai ragazzi è la linea considerata eccessivamente prudenziale adottata dalla dirigente in fatto di prevenzione Covid soprattutto ora che, spiegano due studentesse, “non viviamo più alcuna emergenza ma stiamo imparando a convivere col virus e dunque ci sono tutte le condizioni per tornare a vivere una condizione di normalità. Si fa lezione in presenza e senza più l’obbligo di indossare la mascherina – proseguono – e quindi che senso ha essere ancora costretti a rimanere nelle proprie aule o all’interno delle zone assegnate durante l’intervallo? Negli altri istituti superiori non esistono limitazioni simili a quelle applicate al Fanti, siamo davvero al paradosso”.

La proposta dei ragazzi era stata quella di poter usufruire del cortile o, in caso di maltempo, di fare due intervalli sfasati, uno per il biennio e uno per il triennio, affinché gli studenti potessero alternarsi negli spazi interni senza creare situazioni di forte assembramento. “Anche questa proposta è stata bocciata dalla dirigente – spiegano le due giovani – perchè in questo modo gli studenti potrebbero sfuggire al controllo dei docenti. Durante l’ultima assemblea fatta, i rappresentanti di istituto ci hanno detto che la nostra è una causa persa ma noi non abbiamo alcuna intenzione di mollare. Queste limitazioni non sono giuste e le motivazioni addotte per mantenerle non sono affatto convincenti”.

Il dubbio è che i divieti imposti non siano più legati all’eventuale contenimento del Covid bensì a un tema altrettanto spinoso, ovvero l’elevato numero di ragazzi e la mancanza di spazi consoni. 

“Al Liceo siamo in tanti, forse troppi. Alcuni sono costretti a fare lezione al Vallauri, altri nei container allestiti dopo il sisma del 2012… sono stati smantellati persino dei laboratori per creare aule”, ammettono le studentesse. Insomma la situazione è critica, “tutti in corridoio nello stesso momento non ci possiamo stare perchè a essere compromessa sarebbe la sicurezza di tutti, ma due intervalli sfasati sarebbero la soluzione perfetta”. Una cosa è certa questi ragazzi – così come quelli che verranno – hanno il diritto di tornare a vivere e a fruire gli spazi della scuola senza più vincoli. E se tali limitazioni permarranno, che si abbia almeno il coraggio di non nascondersi dietro alla pandemia e si riconosca la natura del problema: i troppi studenti. Quest’anno infatti, lo ricordiamo, l’istituto carpigiano ha raggiunto numeri da record: con oltre 2mila studenti e ben 84 classi, il Fanti ha conquistato il primato tra le scuole superiori della Provincia di Modena (condiviso solo col Corni che però ha due sedi) per appeal e numero di ragazzi. Un incremento (160 iscritti in più) che ha reso indispensabile ospitare sei classi (a fronte delle 4 dello scorso anno scolastico) all’interno del Vallauri. 

Jessica Bianchi 

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