Ci sono sessanta giorni di tempo per presentare le osservazioni al Piano di Recupero Urbano di iniziativa pubblica relativo all’immobile di via Unione Sovietica denominato il ‘Biscione’: con l’adozione avvenuta in Consiglio Comunale nella seduta di giovedì 15 dicembre, è stato deciso di procedere con l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio per pubblica utilità e i diretti interessati dalla procedura sono stati coinvolti.
Non è mancata bagarre in aula ma si va avanti con il piano di rigenerazione urbana: le unità immobiliari per cui è previsto l’esproprio si aggiungeranno a quelle già acquisite per un totale di 55 appartamenti che passeranno in mano pubblica per diventare alloggi di edilizia residenziale pubblica; i 35 proprietari degli appartamenti che resteranno privati saranno chiamati a compartecipare alle spese. Nella larga piastra che collega le due torri troverà posto la piazza condominiale in cui saranno realizzati spazi per i servizi a cui potranno accedere i residenti del quartiere e spazi ricreativi dedicati a bambini e anziani.
Oltre ai voti ovviamente favorevoli di Pd e Carpi 2.0, la delibera del Biscione ha incassato il sì da parte delle minoranze di Cinque Stelle e Carpi Futura. “Sarà lunga e non sarà così facile procedere con un mega sfratto perché ci saranno persone da portare altrove. E’ tutto più in salita di come ci era stato presentato all’inizio” ha detto Monica Medici dei Cinque Stelle, per la quale non ci sono alternative, “sono convinta che si debba fare, non possiamo tenerlo così”. Favorevole alla rigenerazione del Biscione anche Carpi Futura, che insiste sulla necessità di creare collegamenti per quel quartiere “così poco permeabile” per l’alta presenza di stranieri e isolato dal resto della città da via Cattani “che – ha ricordato Michele Pescetelli – avevamo proposto di interrare”.
“Il centrodestra è l’unica opposizione rimasta in Consiglio comunale” commenta Annalisa Arletti di Fratelli d’Italia che ha rievocato il precedente dell’Errenord a Modena. “A distanza di quindici anni non è stato risolto nulla e restano i problemi legati alla presenza di clandestini, alle occupazioni abusive e alla criminalità. Sarà molto dura risolvere problemi di sicurezza, legalità e degrado se ci abiteranno le stesse persone”. Il voto è stato contrario per il rischio che il progetto si trasformi in un pozzo senza fondo che non risolve i gravi problemi “che da anni, e non da oggi, attanagliano il Biscione”. Ingiustificato l’investimento (9 milioni di euro) anche per il consigliere Giulio Bonzanini della Lega che ha votato contro.
Secondo il cronoprogramma dell’amministrazione comunale, a breve sarà reso noto l’esito del concorso di progettazione nazionale, dopodiché con l’approvazione del progetto definito sarà possibile indire gara d’appalto a maggio e, nell’ottobre del 2023, assegnare i lavori della durata di un anno.
Sara Gelli