Mohamed Gaaloul, il tunisino di 29 anni gravemente indagato per l’omicidio di Alice Neri, è stato arrestato mercoledì 14 dicembre nella cittadina di Mulhouse in Francia, al confine con la Svizzera, dal personale del Servizio di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Mulhouse con il supporto della Brigata di Ricerca e Intervento di Strasburgo. E’ accusato di aver assassinato la 32enne trovata carbonizzata nella sua auto a Fossa di Concordia, il 18 novembre scorso. Il tunisino si è recato all’estero il giorno dopo il delitto per cui inizialmente sono state indagate anche altre persone, il marito e un collega di lavoro. Gaaloul era destinatario di un mandato di arresto europeo emesso il 30 novembre dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Modena su richiesta della Procura di Modena.
Il procuratore Luca Masini, parla di gravi indizi di colpevolezza: “abbiamo fonti di prova che secondo noi e secondo le valutazioni del giudice confermano il quadro gravemente indiziario in relazione a questi fatti. E’ stata l’ultima persona con cui Alice è entrata in contatto. E’ una persona che secondo le fonti di prova che abbiamo acquisito conosceva e frequentava il posto dove è stata rinvenuta la vettura con i resti della signora Alice Neri”.
Fondamentali per chiudere il cerchio intorno al sospettato sono state le telecamere di videosorveglianza in zona, a partire da quelle all’interno dello Smart cafè come spiega la pm Claudia Natalini, titolare dell’indagine: “ci trovavamo di fronte a un quadro difficile da interpretare: un’auto completamente combusta dove era impossibile trovare tracce biologiche o di accelerante. Un corpo sbriciolato, una cosa da forno crematorio praticamente… un quadro a dir poco impressionante. All’inizio come mero atto dovuto, dal momento che dovevamo compiere degli accertamenti irripetibili sui loro telefoni, sono stati iscritti il marito e l’amico che aveva visto Alice la sera prima e che oggi, poveretti, dopo tanti giorni, sono lieta di dire che sono quasi certamente innocenti. Poi abbiamo esaminato tutte le telecamere, un lavoro certosino e abbiamo cercato di identificare tutte le persone che erano dentro allo Smart cafè. L’elemento fondamentale è stato quando ci siamo accorti che la persona gravemente indiziata è arrivata in bicicletta verso le 3, mentre Alice se ne va verso le 3,40. Poi lui se ne va. Alice resta in auto altri 10 minuti e intanto arriva il nostro indiziato in bici: c’è un movimento da cui sembra che il nostro tunisino vada verso la macchina poco prima che parta ma la bicicletta resta lì”.
Oggi, 15 dicembre, è prevista l’udienza davanti alla corte d’appello di Nancy poi Gaaloul sarà condotto in Italia. L’uomo, che abitava in affitto a Vallalta di Concordia con la moglie, dovrà spiegare agli inquirenti cos’è successo quella sera ma il cerchio intorno a lui si fa sempre più stretto.