La poetica di Loris Guerzoni protagonista al Comunale di Carpi

La compagnia Al Granisel e Ohana Theater portano in scena il dramma dialettale La kugnisioun d’Edo, di Loris Guerzoni, sabato 10 dicembre, alle 21, al Teatro Comunale. L’ingresso è gratuito.

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Il cast

Fondata nel 1979 da Loris Guerzoni, per portare in scena La kugnisioun d’Edo, la Kumpagnia dal Granisel alla cui direzione subentrò, dopo la scomparsa di Guerzoni, Dino Drusiani, rimase attiva fino agli inizi degli Anni ’90. Rifondata nel 2017, in forma di associazione culturale, vede ora in prima fila la famiglia di Guerzoni, erede del patrimonio letterario e pittorico del grande artista carpigiano, rappresentata dalla figlia Fiorella e dal bisnipote Luca Ugoni.  In questi anni la compagnia ha portato in scena Locanda Loris, una originale fusione fra il dialetto di Loris e un testo narrativo in italiano di Cristiano Governa, il quale ne è stato autore e Regista e che vedeva fra gli interpreti alcuni membri del gruppo originale. È stata poi la volta de L’ospite dello stesso autore e con la regia, a quattro mani, di Marcella Barbieri e di Marcello Litta. Questa pièce ha visto l’inizio della collaborazione col carpigiano Armando Madonna, in veste di attore protagonista. La balena nel giardino con Armando Madonna come autore e regista, rappresenta la prima collaborazione con Ohana Theater, costola teatrale dell’APS Giovani per Carpi. La pandemia non ha bloccato l’attività della compagnia che ha approfittato del periodo per organizzare la ristampa dei quaderni di Loris, i quali sono stati raccolti in un cofanetto, corredati a fronte dalla traduzione in italiano curata da Marcello Litta e da Fiorella Guerzoni e arricchiti da quaranta tavole del noto disegnatore Gianni Carino.  Oggi, il gruppo, si cimenta in una nuova versione de La kugnisioun d’Edo con la regia di Armando Madonna e la collaborazione di Ohana Theater. Il legame con il debutto, nello stesso teatro comunale di Carpi che risale all’ormai lontano 1979 è personificato in Marcello Litta, che allora interpretò Edo e torna oggi sul palco nelle vesti di un altro personaggio.  Lo spettacolo si terrà sabato 10 dicembre, alle 21, al Teatro Comunale, con ingresso gratuito.

Armando Madonna

Sin da subito la narrazione consente di collocare nel tempo gli avvenimenti descritti. La partenza di Nerina, moglie di Edo e staffetta, si collega con la partenza di alcuni gruppi partigiani di Carpi verso Montefiorino nell’estate del 1944.  A inquadrare la vicenda con precisione nel mese di giugno è l’ingresso di Ivo, amico di Edo e capo partigiano, per requisire le cinghie di trasmissione della trebbiatrice. Le operazioni di mietitura e trebbiatura del grano avvenivano infatti in giugno, generalmente intorno al 20-25 del mese.  Con la complicità dei fascisti, i tedeschi cercarono di estorcere quanto più possibile alla popolazione, ricorrendo a minacce e atti di violenza gratuita. I tedeschi avrebbero voluto fare razzia del raccolto del grano, e nell’estate del 1944 il dilagare delle razzie nelle campagne indussero i terzadri, i mezzadri, i coltivatori diretti, e i proprietari ad accogliere con favore il comando del CLN: 

“Contadini, non un chicco di grano agli ammassi! Il nostro pane non deve sfamare i nostri nemici”. Ha inizio l’operazione trebbia. 

L’indicazione data ai contadini era quella di tagliare il grano, disporlo nei granai e attendere la conquista della libertà per trebbiarlo. Del boicottaggio della trebbiatura si incaricarono i GAP, sequestrando ai proprietari le cinghie di trasmissione. In molti casi alle prime avvisaglie di tale operazione, le autorità nazifasciste, e qualche proprietario, ritennero di potervi far fronte piazzando scorte armate di militi repubblicani alle macchine, ma senza successo. Nelle zone in cui il movimento partigiano era particolarmente forte questo non fu possibile, i gappisti disarmavano i fascisti e li mettevano in fuga. 

Loris Guerzoni

La maggior parte della popolazione delle campagne si schierò con i partigiani. Visto che il grano non veniva trebbiato e portato agli ammassi, i tedeschi rinunciarono ai previsti prelievi, ritirarono nella zona le tessere del pane e si impegnarono a permettere invece la distribuzione fra la popolazione di tutto il raccolto del grano. I CLN autorizzarono allora la restituzione delle cinghie e la ripresa della trebbiatura. Fra tutte le province dell’Italia occupata, quella di Modena fu la sola in cui non fu portato praticamente alcun quantitativo di grano agli ammassi. Questo grandioso risultato fece si che l’autunno e l’inverno venissero affrontati con minor disagio dai contadini, aspetto fondamentale per garantire la continuità del movimento partigiano fino allo scontro finale dell’aprile 1945. 

Nella poetica di Guerzoni importante è il tema dell’eterna lotta tra l’oppresso e l’oppressore, che può presentarsi in una veste diversa, cambiare pelle, ma che non è mai vinta una volta per tutte: lo ritroviamo forte in 22 d’Avril, che apre la rappresentazione, e ritorna in gran parte della sua opera. Attraverso il pensiero e l’azione, e nell’agire collettivo, gli uomini hanno sempre la possibilità di modificare la propria condizione. In questo quadro, l’esperienza collettiva della Resistenza, il cui valore più alto è l’unità popolare, ha gettato le basi storiche anche per le lotte successive e per quelle che verranno. 

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