Cresce l’aggressività negli ospedali ma non le denunce

Pronto Soccorso, 118, Centri di salute mentale, studi di medici di Medicina Generale, Neuropsichiatria infantile: sono questi i teatri in cui la violenza, in tutte le sue forme, si esprime con maggior forza. In Provincia di Modena si è passati da 136 episodi di aggressioni di varia natura del 2019 a 152 all’8 novembre 2022 (di cui 40 casi in Ps e oltre 50 nei Centri di salute mentale). In particolare dal Pronto Soccorso di Carpi sinora sono state 19 le chiamate di richiesta di intervento delle Forze dell’Ordine. Solo in 2 casi tali emergenze hanno poi portato a una denuncia, d’ufficio o di parte.

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Quello dell’aggressività, sia questa fisica o verbale, è un fenomeno in netto aumento. E se tali episodi sono particolarmente esecrabili qualora si consumino all’interno di un Pronto Soccorso, poiché rischiano di bloccare un pubblico servizio nel momento maggiormente acuto, in realtà si verificano in modo trasversale in tutti i presidi di salute di Carpi e, più in generale, dell’intera provincia di Modena. 

Pronto Soccorso, 118, Centri di salute mentale, studi di medici di Medicina Generale, Neuropsichiatria infantile: sono questi i teatri in cui la violenza, in tutte le sue forme, si esprime con maggior forza. E’ questa la fotografia emersa durante il Comitato Provinciale per l’Ordine e Sicurezza Pubblica svoltosi lo scorso 8 novembre in Prefettura, dove si sono dati appuntamento, oltre al prefetto Alessandra Camporota, i dirigenti dell’Ausl, quelli dell’Azienda Ospedaliero universitaria, il questore e i sindaci. L’obiettivo? Individuare le criticità per tentare così di garantire una maggiore sicurezza a tutti coloro che nel mondo della sanità lavorano ogni giorno. 

E se gli episodi di aggressività verbale non solo non conoscono battute d’arresto ma continuano ad aumentare, il numero delle denunce da parte degli operatori resta bassissimo. 

“In Provincia di Modena – ha spiegato il sindaco Alberto Bellelli durante la seduta del Consiglio Comunale del 17 novembre – si è passati da 136 episodi di aggressioni di varia natura del 2019 a 152 all’8 novembre 2022 (di cui 40 casi in Ps e oltre 50 nei Centri di salute mentale). In particolare dal Pronto Soccorso di Carpi sinora sono state 19 le chiamate di richiesta di intervento delle Forze dell’Ordine. Solo in 2 casi tali emergenze hanno poi portato a una denuncia, d’ufficio o di parte”.

I dirigenti dell’Ausl hanno elencato gli interventi iniziati ancor prima della famigerata spedizione punitiva da parte di numerosi Sinti al Ps del Ramazzini lo scorso 17 ottobre e oggi implementati: dall’ampliamento della videosorveglianza dei locali del Pronto Soccorso carpigiano allo spostamento del personale di vigilanza privata affinché funga da appoggio al reparto stesso, alla riorganizzazione interna, ovvero la suddivisione tra Ps e Medicina d’Urgenza per alleggerire un po’ il carico di lavoro degli operatori.

Dal canto suo il sindaco Bellelli ha illustrato al Prefetto le istanze raccolte tra i professionisti, dai medici agli infermieri, agli Oss: “il nostro Pronto soccorso è un riferimento per un’area che va ben oltre i Comuni dell’Unione delle Terre d’Argine, basta guardare il numero degli accessi per capirlo.  E per far fronte a tali numeri occorrono due cose: un adeguamento dimensionale dei locali e uno in termini di personale”. Il sindaco ha poi fatto un riferimento specifico agli Oss, operatori socio sanitari, “figure preziosissime che spesso vengono impiegate per adempiere a compiti che non gli spettano. Perché chiedere loro di accompagnare pazienti a fare visite e raggi? Un tempo c’erano i barellieri per questo, perché non introdurli nuovamente? In questo modo nessuna figura centrale e strategica per il funzionamento del Pronto soccorso verrebbe distaccata”.

Di certo, ha proseguito il primo cittadino, è fondamentale aggredire gli accessi impropri ma, a fronte della carenza di medici di famiglia, “veri e propri frangiflutti, per così dire, nello smistare tante situazioni, i cittadini alle volte non trovando risposte immediate hanno tutto il diritto di recarsi in Ps ma questo crea ulteriore intasamento e accresce la tensione in sala d’attesa”. Insomma un cane che si morde la coda. 

L’Ausl, oltre a chiedere alle Forze dell’ordine di effettuare un maggior numero di passaggi, ha avanzato l’ipotesi di poter introdurre il pulsante di emergenza. Soluzione che, di per sé, ha fatto storcere il naso al questore poiché senza una chiamata qualitativa diventerebbe molto complesso intervenire in Ps in modo incisivo e corretto. Il tema del pulsante rosso resta dunque nel piatto.

“Il prefetto Camporota – ha concluso il sindaco Alberto Bellelli – non esclude di riconvocare tutti, unitamente ai rappresentanti della Regione. Un bel segnale”.

Lo spaccato emerso dalla riunione prefettizia non è certo dei migliori ma finalmente pare che tutti i soggetti coinvolti abbiano compreso la necessità di coordinarsi e collaborare per salvaguardare le strutture ospedaliere, chi vi opera ogni santo giorno e, al contempo, chi vi accede, più o meno propriamente. Staremo a vedere.

Jessica Bianchi