Sicurezza, “avere un’informazione corretta è un nostro diritto”. Il sindaco chiede più collaborazione alla Prefettura

“La collettività - ha dichiarato il sindaco Bellelli - ha il diritto di sapere cosa accade, è nell’interesse comune poter contare su un’informazione affidabile. Ecco perchè ho chiesto al prefetto, pur nel rispetto delle indagini ancora aperte, che ai media possano essere forniti degli elementi in grado di far comprendere loro le dimensioni di un certo atto criminoso”. L’auspicio è dunque quello di una maggiore collaborazione tra Forze dell’Ordine e stampa affinché non si corra il rischio di minimizzare o al contrario enfatizzare taluni episodi.

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“Il riserbo non consente di comunicare agli organi di informazione notizie in merito allo sviluppo delle indagini. A tale riguardo, si auspica che i media, nella loro funzione sociale di informazione, svolgano il loro compito nei modi e nei tempi che il rispetto dell’etica professionale consiglia, offrendo in tal modo un utile servizio alla cittadinanza”. Avevano destato una certa insofferenza tra gli operatori della stampa le parole della Prefettura di Modena a latere dell’ultimo Comitato ordine e sicurezza durante il quale si è a lungo parlato degli ultimi episodi di criminalità avvenuti a Carpi e, in particolare, delle violente risse tra pachistani. Parole sulle quali è tornato durante il Consiglio comunale anche il sindaco Alberto Bellelli e che, “a molti, sono parse una tirata d’orecchie”.

Il primo cittadino ha più volte ribadito il suo invito a “dimensionare i fenomeni criminali, perchè se chi compie le indagini non dà alla stampa la reale dimensione del problema non è colpa dei media se certe notizie provocano un livello alterato di allarme. La collettività ha il diritto di sapere cosa accade, è nell’interesse comune poter contare su una informazione affidabile. Ecco perchè ho chiesto al prefetto, pur nel rispetto delle indagini ancora aperte, che ai media possano essere forniti degli elementi in grado di far comprendere loro le dimensioni di un determinato atto criminoso”.

L’auspicio è dunque quello di una maggiore collaborazione tra Forze dell’Ordine e media affinché non si corra il rischio di minimizzare o al contrario enfatizzare taluni episodi. La sicurezza, si sa, è una materia calda e, ha più volte ribadito il sindaco di fronte al civico consesso, “la comunità ha il diritto di conoscere come stanno le cose. A settembre abbiamo letto titoloni su una tentata violenza sessuale in centro storico, dopodiché non c’è stato alcun seguito dal punto di vista mediatico. L’unica cosa che ho saputo dai vari organi inquirenti è che non vi era nessuno stupratore a Carpi. Cosa è successo realmente? Abbiamo il dritto di saperlo.

Poi abbiamo letto di preparativi di una maxi rissa in via Unione Sovietica con tanto di spranghe, non rilevata Forze dell’Ordine, ma mai smentita. Perchè?

Pochi giorni fa in un post su Facebook ho letto di una rissa organizzata con mazze e spranghe… poi derubricata a una lite condominiale tra due giovani. Un episodio grave ma non certo una rissa preparata”. 

Alberto Bellelli ribadisce “un diritto all’informazione” che può assicurato solo se gli organi preposti si dimostrano “maggiormente collaborativi”.

La Prefettura si appella all’etica dei giornalisti ma un po’ di collaborazione in più non guasterebbe proprio per offrire ai cittadini un servizio utile, ovvero dare informazioni corrette garantendo al contempo che sui fenomeni criminali – seppur sporadici – che interessano la nostra città le Forze dell’Ordine sono al lavoro. Il silenzio, in questi casi, è tutt’altro che costruttivo.

Jessica Bianchi

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