Per l’assessore Marco Truzzi, che ha rassegnato le dimissioni, sono gli ultimi giorni di lavoro e di incontri: alla fine del mese di ottobre lascerà il suo ufficio e il ruolo di Assessore ai Lavori Pubblici, Patrimonio, Frazioni, Patrimonio storico-artistico, Servizi pubblici energetici, Mobilità per intraprendere un percorso professionale in un’azienda privata carpigiana. Dal primo di novembre le deleghe torneranno nelle mani del Sindaco Alberto Bellelli che, nel giro di breve tempo, dovrà individuare una soluzione in considerazione del fatto che si avvicina la fine del mandato e resta un anno e mezzo di lavoro. E’ comunque impresa difficile individuare un successore di Truzzi, che sia disponibile a montare in sella per un periodo così breve e senza la certezza di poter contare su una conferma successiva. All’indomani delle elezioni politiche regna infatti parecchia incertezza all’interno del Partito Democratico costretto e rivedere proposte e strategie se vuole vincere alle prossime elezioni, obiettivo non scontato anche in una roccaforte rossa come Carpi. L’esito del voto del 25 settembre è stato un monito anche per il PD carpigiano che, in vista delle amministrative del 2024, è chiamato a costruire le condizioni per una vittoria sondando l’eventuale disponibilità di altre forze ‘amiche’ ad allearsi, allargando così la maggioranza di governo per non perdere il Comune di Carpi.
Le dimissioni di Truzzi rappresentano un primo banco di prova, l’occasione di dialogo con formazioni politiche che possano condividere un programma amministrativo aggiornato e il nome del nuovo assessore, senza escludere la possibilità di un rimescolamento delle deleghe all’interno della Giunta Bellelli.
Se il piano A non dovesse andare in porto, si passerebbe al piano B con l’individuazione, all’interno del perimetro dell’attuale maggioranza, di un esponente di area PD proveniente dal mondo cattolico, escludendo i professionisti del settore impegnati in politica per evidente conflitto d’interesse. Inevitabile guardare al gruppo consiliare dove è naturale che, essendo ormai prossima la fine del mandato, ci sia chi aspira a un ruolo di maggior peso. Nessuno tra i quindici consiglieri comunali viene dato in pole position e, tra l’altro, sarebbe inopportuno creare ulteriore motivo di conflittualità in un momento in cui i grattacapi non mancano. C’è un mese di tempo, ma potrebbe non essere necessario arrivarci in fondo.
Sara Gelli