Per il finanziamento della spesa corrente del Servizio sanitario regionale per il 2022, la giunta regionale stanzia oltre 9 milioni di euro con l’obiettivo di accorciare le liste di attesa, promuovere la sostenibilità economica e mettere a terra i progetti fissati nel Pnrr. La delibera è stata approvata ieri, lunedì 17 ottobre, in Commissione Politiche per la salute e l’assessore alla Sanità della Regione Raffaele Donini ha spiegato: “Non abbiamo ancora il riparto del fondo sanitario in sede nazionale che sarà compito del prossimo governo”. Fondamentali il recupero delle liste di attesa e il contenimento delle criticità nei Pronto soccorso riducendo il ricorso alle esternalizzazioni che, ha puntualizzato l’assessore, “non devono diventare la regola valutando ad esempio remunerazioni aggiuntive per chi lavora nei Ps”.
E se per Daniele Marchetti (Lega) “l’atto è una sorta di pezza a una situazione che sta sfuggendo di mano e ciò che manca sono azioni parallele per ottimizzare i costi e recuperare risorse per garantire servizi nonostante un quadro nazionale incerto”, per Francesca Maletti (Pd) “è positivo che la salute dei cittadini, col recupero delle liste d’attesa, sia metro di valutazione dell’operato dei direttori generali perché molte persone sono ancora in attesa delle prestazioni”.
Particolarmente interessante l’intervento di Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) sui Ps: “stiamo assistendo a una vera e propria lotta tra territori. Abbiamo visto all’appello originale del sindaco di Carpi, via social, per trovare medici per il Pronto soccorso di Carpi. Il primo cittadino di Mirandola offre contributi per sostenere le spese dell’affitto per il personale sanitario… Certo reperire medici è un problema comune, non lo nega nessuno, ma se non si esercita un controllo e se non ci sono regole uniformi dettate dalla Regione, si rischia di innescare una guerra tra poveri e di alimentare diseguaglianze che non devono esserci. Il problema non è quello delle risorse ma il monitoraggio della spesa. La mia preoccupazione è che ogni Asl si attrezzi per conto proprio per coprire la carenza di medici. Perchè non incentivare di più i medici che lavorano in Emergenza – Urgenza per non farli andare via? Perchè non tentare di attirare chi lavorare nel privato?”.
J.B.