“No a comportamenti devianti”, le comunità pakistane organizzano percorsi educativi per giovani e famiglie

Dopo le recenti risse che hanno coinvolto giovani pakistani il sindaco di Carpi ha convocato un incontro con i rappresentanti delle comunità pakistane residenti in città i quali hanno assicurato una collaborazione attiva con gli inquirenti per assicurare i responsabili alla giustizia. I rappresentanti pakistani hanno poi assicurato di aver intrapreso percorsi educativi, all'interno delle proprie associazioni, per dialogare con le famiglie e con alcuni giovani problematici al fine di controllarne i comportamenti devianti.

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Dopo le recenti risse che hanno coinvolto giovani pakistani il sindaco di Carpi ha convocato un incontro con i rappresentanti delle comunità pakistane residenti in città i quali hanno assicurato una collaborazione attiva con gli inquirenti per assicurare i responsabili alla giustizia. I rappresentanti pakistani hanno poi assicurato di aver intrapreso percorsi educativi, all’interno delle proprie associazioni, per dialogare con le famiglie e con alcuni giovani problematici al fine di controllarne i comportamenti devianti. 

Tra le criticità maggiori, l’isolamento sociale dei giovani arrivati in Italia senza avervi svolto un percorso scolastico e la difficoltà di integrazione di alcuni ragazzi di seconda generazione che faticano ad allacciare rapporti con i propri coetanei perché le famiglie non li autorizzano a svolgere attività extrascolastiche o trascorrere tempo libero coi compagni.  

A tal proposito son stati concordati dei percorsi per aiutare le famiglie a gestire i ragazzi in difficoltà o a rischio devianza, coinvolgendo l’Amministrazione, la Consulta Integrazione e figure educative e religiose delle associazioni culturali pachistane.

“Si è trattato di un incontro molto costruttivo – ha sottolineato l’assessore Tamara Calzolari – e riteniamo indispensabile come Amministrazione il contributo delle associazioni pakistane presenti nel nostro territorio e della Consulta dell’integrazione per risolvere la problematica dei giovani con problemi di devianza, coadiuvando il lavoro delle forze dell’ordine da un lato e sostenendo le famiglie in difficoltà dall’altro”.

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