Con l’obiettivo di verificare l’efficacia del Piano di Emergenza Aeronautica, testare la capacità di coordinamento dei diversi soggetti coinvolti nelle operazioni di soccorso e sperimentare la gestione di un incidente aeronautico all’interno del sedime aeroportuale, gli operatori dell’emergenza territoriale, insieme al gestore dell’aeroporto, agli enti aeroportuali e alla compagnia aerea Neos hanno dato vita a una simulazione che ha coinvolto complessivamente circa 150 persone tra AdB, Enac, Enav, Vigili del Fuoco, 118, PSSA – Croce Rossa Italiana, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Dogana, Reparto Volo dei Vigili del Fuoco, Protezione Civile e Prefettura di Bologna.
Nello scenario dell’esercitazione, all’1.30 di notte un aeromobile da poco decollato per Marsa Alam con a bordo 30 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio ha dichiarato lo stato di emergenza per un grave malfunzionamento del sistema idraulico e chiesto di poter rientrare a Bologna. Al momento dell’atterraggio, però, il pilota ha perso il controllo del velivolo che, ruotando su se stesso, è uscito di pista e si è spezzato in due parti. La simulazione, di fatto, ha ripetuto quanto accaduto realmente a un volo cargo in Costarica nell’aprile di quest’anno.
La Torre di Controllo del Marconi ha dapprima allertato il servizio antincendio aeroportuale richiedendo uno schieramento in attesa dell’atterraggio dell’aereo in difficoltà con l’attivazione del Piano di Emergenza Aeronautica e subito dopo l’atterraggio ha dichiarato lo stato di incidente.
Chiuso lo scalo al traffico aereo, sono intervenuti cinque mezzi di soccorso dei Vigili del Fuoco aeroportuali, con altri 2 automezzi di soccorso e un autoveicolo adibito a Unità di Comando Locale (UCL) provenienti dalle sedi più prossime del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e quindi i mezzi del 118, con 12 ambulanze e 2 auto mediche.
In meno di tre minuti le squadre dei Vigili del Fuoco del distaccamento aeroportuale hanno simulato l’arrivo sul troncone di fusoliera prossimo al motore in fiamme. Gli automezzi dei VFF, in grado di erogare in soli due minuti 30.000 litri di sostanze estinguenti a 90 metri di distanza, hanno quindi simulato di estinguere le fiamme. Il personale dei VVF, in collaborazione con il 118, ha effettuato il triage dei passeggeri intervenendo quando necessario con le manovre di rianimazione cardiopolmonare e di immobilizzazione dei traumatizzati.
Nei pressi dell’area dell’incidente, inoltre, sono state allestite 4 tende di supporto, per riparare i passeggeri estratti dall’aereo e gli operatori in fase di triage. Un drone della Protezione Civile e due droni dei Vigili del Fuoco si sono alzati in volo, per consentire alla centrale operativa di vedere dall’alto la scena dell’incidente e seguire le fasi del primo soccorso.
Sono state attivate dal gestore AdB le procedure di post soccorso che prevedono l’apertura, ad opera dei volontari di AdB formati per l’emergenza, delle sale dedicate all’assistenza ai passeggeri superstiti e ai loro parenti e amici e l’attivazione da remoto, tramite piattaforma online del Centro Operativo per l’Emergenza cui partecipano tutti i rappresentanti degli enti coinvolti.
Hanno preso parte alla simulazione anche i Truccatori e i Simulatori della Croce Rossa Italiana che, tramite l’utilizzo di tecniche di tipo cinematografico, hanno reso più realistica l’esercitazione permettendo ai soccorritori di affrontare le problematiche legate al trattamento di traumatizzati con ferite fisiche e con reazioni emotive tipiche di questa tipologia di incidenti.
Sono inoltre intervenuti in qualità di osservatori qualificati diversi studenti del Politecnico di Milano, alcuni membri della Fondazione 8 Ottobre 2001 (incidente di Linate) e della associazione Mayday Italia. È stata anche coinvolta Pilar Vera, la Presidente della ACVFFI – Air Crash Victims’ Families’ Federation International (Federazione Internazionale delle vittime di incidente aereo), che però non ha potuto partecipare all’esercitazione.
Per il Marconi, questa è l’ottava esercitazione “full scale”. Ogni due anni viene infatti effettuata un’esercitazione a tutto campo, cui se ne aggiungono altre parziali per settori, perché tutti i soggetti coinvolti nel soccorso operino al meglio in caso di reale emergenza.