In sei mesi si si sono registrati a Carpi tre episodi di violente risse con gruppi di pakistani che si affrontano per le strade della città sotto gli occhi dei residenti. L’ultimo è quello avvenuto giovedì 6 ottobre poco prima di mezzanotte in via Leopardi quando un’auto con a bordo due pakistani è stata bloccata da altre vetture che si sono improvvisamente concentrate sulla via. I due sono stati circondati, trascinati fuori dall’auto e aggrediti con mazze da cricket, spranghe e sciabole. Uno, 29 anni, se l’è cavata con lievi ferite, l’altro, un 28enne, è grave ed è stato trasferito a Baggiovara per essere sottoposto a intervento chirurgico per le coltellate ricevute.
Nemmeno un mese fa, la sera del 19 settembre intorno alle 22.30 nell’area verde di via Montecassino, una decina di stranieri se le erano date di santa ragione.
Più pesante il bilancio della rissa del 23 aprile scorso in via Ugo da Carpi finita con cinque feriti: una colluttazione allargata e violenta in cui un giovane – colpito dalla lama – ha rischiato l’amputazione di una mano. Una decina i giovani sotto i trent’anni che si erano affrontati e nello scontro era comparso anche un machete oltre a mazze da cricket e bastoni di legno. L’attività di indagine aveva permesso di identificare sei stranieri, tutti maggiorenni.
La comunità pakistana da sempre a Carpi è la più numerosa. Gli stranieri residenti a Carpi al 1° gennaio 2020 erano poco meno di diecimila, quelli provenienti dal Pakistan 2.500 circa: hanno almeno cinque centri culturali e rappresentanze con cui da tempo è in atto un dialogo attraverso l’organo della Consulta per l’integrazione degli stranieri, luogo dove tutte le associazioni straniere presenti possono segnalare problemi e avanzare proposte di soluzione per contribuire a migliorare le comunità locali. Si può partire da lì per capire cosa sta succedendo e per avere una spiegazione? Qualcuno si sta interrogando?
Sara Gelli