Musical protagonista al Comunale col Festival delle Abilità differenti

Il programma del Festival delle Abilità differenti prosegue con la messa in scena del musical Il Re Leone, ricordati chi sei che si terrà nello stesso giorno in due fasce orarie diverse, venerdì 7 ottobre alle 9,30 per scuole e alle 21 per il pubblico presso il Teatro Comunale di Carpi.

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Il programma del Festival delle Abilità differenti prosegue con la messa in scena del musical Il Re Leone, ricordati chi sei che si terrà nello stesso giorno in due fasce orarie diverse, venerdì 7 ottobre alle 9,30 per scuole e alle 21 per il pubblico presso il Teatro Comunale di Carpi. L’Associazione Attendiamoci di Reggio Calabria proporrà un’originale favola musicale interamente dal vivo e realizzata da giovani che hanno deciso di dedicare, a livello volontaristico, gran parte del proprio tempo libero alla sua ideazione e organizzazione. Il cast è formato da quindici protagonisti, da un coro con trentacinque elementi più due soliste, un corpo di ballo con ventidue, scenografie e costumi curati da venticinque responsabili, coreografie a cura di Stefania Caridi e Grazia Minghetti, la direzione vocale e musicale è curata da Giovanna Scarfò e Alessia Maio, il tutto seguito dall’abile regia di Carlo Colico e Mariella Fonte.

Lo spettacolo inizia con il canto di Rafiki (amico), quell’amico anziano che tutti dovremmo avere per poi snodarsi in sei tappe con le quali lasciare un messaggio su cui riflettere:

– Rivalutare il rapporto con i nostri anziani. E per noi anziani, imparare ad essere amici, a formulare domande giuste, a saper indirizzare gli sguardi verso il cielo e verso le profondità di ciascuno. 

– Noi adulti dobbiamo curare le nostre ferite, altrimenti queste ci incattiviscono fino a ferire l’altro. 

– Noi adulti siamo ancora ancorati alla educazione del sì e del no? Del si può e non si può? Del si deve o non si deve? Quale stile educativo può essere efficace per i giovani di oggi, feriti nelle relazioni, macinati dalla iper competitività, disintegrati dalla iper connettività. 

– Non dimentichiamo i nostri padri, quelli che sono in cielo. Educare i nostri figli a comprendere che, pur se siamo di passaggio, rimaniamo nel cielo stellato e nella “legge” del cuore. Lì sapranno ritrovare i nostri insegnamenti, quando saremo presenti in un’altra maniera. 

– Insieme si può ma mossi dall’affetto, quello vero, dall’amicizia, quella che vince il disimpegno! Dobbiamo costruire strutture di amicizia, scuole di amicizia, comunità educanti all’amicizia.

-Dobbiamo alimentare un miraggio, una visione possibile, un’oasi dentro l’aridità. Una visione che educhi al visibile e al riconoscibile, anche nel deserto. Una visione che ridesti il cammino di una comunità cittadina spesso troppo inerte e rassegnata del desolato visibile urbano degradato. 

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