A Carpi prende piede la protesta contro il caro bollette

Cittadini e imprenditori si ritroveranno lunedì 12 settembre per un nuovo incontro alle 21 presso il ristorante Noantri a Cherp in via III Febbraio 24. E’ approdata anche nella nostra città la protesta del movimento Don’t Pay, nato nel Regno Unito e diventato in Italia #iononpago. "Oggi più lavoro e più ci rimetto ma non posso smettere di lavorare" afferma Tiziano Vignaroli.

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Nel resto d’Italia c’è chi ha bruciato le bollette in piazza, chi le ha esposte in vetrina e chi ha spento le luci delle vetrine e delle insegne nelle ore notturne, a Carpi ancora non è in prevista una manifestazione di protesta ma cittadini e piccoli imprenditori di diversi settori si ritroveranno lunedì 12 settembre per un nuovo incontro alle 21 presso il ristorante Noantri a Cherp in via III Febbraio 24. E’ approdata anche nella nostra città la protesta del movimento Don’t Pay, nato nel Regno Unito e diventato in Italia #iononpago.

“Non significa che l’intenzione sia quella di non pagare nulla – precisa Tiziano Vignaroli, titolare di Noantri a Cherp e promotore dell’iniziativa – ma di pagare il giusto, come finora abbiamo fatto. Non solo le aziende stanno soffrendo, la situazione è tragica per tutti quanti. Alla riunione è intervenuto un signore che si è ritrovato la bolletta aumentata di nove volte: così è insostenibile. Nel business plan di qualsiasi azienda, come di qualsiasi famiglia, è prevista una certa cifra destinata ai consumi: oggi invece più lavoro e più ci rimetto ma non posso smettere di lavorare! In pandemia è stato diverso perché abbiamo chiuso e si è fermato tutto, oggi devi continuare a lavorare sapendo di rimetterci”.

Come pensate di organizzarvi?

“Noi ci stiamo muovendo su più fronti a partire dalla consulenza legale per capire cosa possiamo fare e se un fornitore di energia può strozzare famiglie e imprese aumentando così esageratamente i prezzi; se un singolo cittadino che vive del suo solo reddito può decidere di non pagare e non farsi staccare acqua, lue e gas. La situazione è tragica e basta parlare con la gente per accorgersene, una famiglia non può trovarsi di fronte alla scelta di decidere se acquistare i libri di scuola o fare la spesa per mangiare”.

La protesta di #iononpago è a livello nazionale, come vi relazionate con il resto d’Italia?

“Ogni giorno si aggiunge un comune, ieri Roma, oggi Benevento e ognuno condivide in rete. Ciò che la classe dirigenziale non ha capito è che a differenza di altre situazioni, stavolta ci sono in gioco anche le famiglie e la tenuta sociale del Paese. Si fa fatica a tenere a freno la rabbia della gente ma il movimento #iononpago resterà sempre entro la legge ma con l’obiettivo di muovere leve importanti attraverso lo sciopero fiscale e la sospensione del pagamento delle bollette”.

Cos’è che fa più rabbia?

“Se un’azienda lavora e va bene e la sua chiusura non dipende dal titolare ma da fattori esterni come in questo caso il caro bollette, allora qualcuno deve prendersene la responsabilità. C’è gente che già non ce la fa e ancora non è scoppiato il bubbone dei servizi, a partire dagli ospedali e per finire con le scuole. Perché pagare le tasse quando non si potrà beneficiare dei servizi? Perché pagare bollette assurde, comprese di un’Iva assurda (quella che pesa su 180 euro non è la stessa quando la bolletta pesa per mille euro)? Per arricchire chi? Se questa è una guerra, i cittadini saranno guerrieri per difendere le loro imprese e le loro famiglie”.

Sara Gelli

 

 

 

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