Fondazione Cr Carpi: il CdA è fatto, ora viene il bello

Resterà in carica per i prossimi quattro anni che si preannunciano particolarmente impegnativi considerando il Piano di Investimenti da proseguire e, possibilmente, condurre a termine con tempestività, per coglierne tutti gli effetti benefici

0
1202
Il cantiere del Polo universitario nell'Oltreferrovia

La Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi ha un nuovo Consiglio di Amministrazione: resterà in carica per i prossimi quattro anni che si preannunciano particolarmente impegnativi considerando il Piano di Investimenti da proseguire e, possibilmente, condurre a termine con tempestività, per coglierne tutti gli effetti benefici. Nella seduta di venerdì 2 settembre il Consiglio di Indirizzo all’unanimità ha nominato in qualità di Presidente l’ingegnere Mario Arturo Ascari, numero uno dell’azienda d’Information Technology Pro-Vision, che sarà affiancato dai consiglieri Andrea Ballestrazzi, avvocato attivo nel mondo del volontariato, Enrico Campedelli, Sindaco di Carpi nel decennio 2004-2014 e in seguito Consigliere regionale fino al gennaio 2020, l’imprenditrice nel settore moda e presidente di Cna Carpi, Tamara Gualandi, Giacomo Cabri, professore ordinario del dipartimento di scienze fisiche, informatiche e matematiche e delegato alla didattica dell’Università di Modena e Reggio Emilia, la commercialista Anna Navi e Roberta Della Sala, esperta in ambito sociale e diritti umani.

Mario Arturo Ascari, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi

A loro sarà affidato il compito di far fruttare al meglio l’ingente patrimonio dell’Ente al fine di assicurare un gettito adeguato alle necessità di intervento a favore del territorio ma si può ben comprendere quanto sia complessa la gestione finanziaria nel recente contesto economico considerando che il patrimonio netto della Fondazione dieci anni fa ammontava a quasi 320 milioni di euro (319.246.29 euro) e oggi si attesta a 287 milioni (287.115.514 euro) con inevitabili conseguenze sulla capacità erogativa della Fondazione.

E ancora, al Presidente Ascari e ai suoi consiglieri spetterà l’oneroso compito di portare avanti le grandi opere della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi: i due progetti considerati prioritari, del Polo universitario (investimento previsto 12,5 milioni di euro) e del Parco Santa Croce (4,2 milioni di euro), ma anche la Cittadella del Tempo libero di Novi di Modena, la riqualificazione del Centro Habitat di Soliera e il nuovo impianto sportivo di Carpi, per complessivi 25 milioni di investimento, una cifra di tutto rispetto se si considera la potenza di fuoco della Fondazione che ha deliberato erogazioni per 13,4 milioni di euro negli ultimi quattro anni.

Il nuovo corso universitario di laurea magistrale di tipo ingegneristico dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Engineering for industrial Sustainability, interamente in lingua inglese, sarà riservato a cinquanta studenti che potranno scegliere la sede di Carpi nell’anno accademico 2023/24, essendo prevista la fine dei lavori nel settembre 2023 (la posa della prima pietra è avvenuta nell’aprile 2022). Oltre all’investimento di 12,5 milioni di euro, per dar corpo al progetto di alta formazione sul territorio, la Fondazione destinerà all’Università 500mila euro l’anno, per una cifra complessiva di 6 milioni, in un arco temporale di dodici anni (costo totale del nuovo corso universitario 18,5 milioni di euro). Non a caso è stato definito “un vero e proprio momento storico”.

Rimarrà alla storia anche il Parco Santa Croce, ancora chiuso dopo l’inaugurazione a metà maggio: in attesa dei lavori per realizzare le opere infrastrutturali e impiantistiche e in attesa di una risposta di Anas sulla realizzazione del sovrappasso pedonale dopo il drammatico incidente che è costato la vita a una ragazza di vent’anni, sul tavolo resta il tema, mai affrontato e contabilizzato, della manutenzione di questo grande Parco Urbano; ma i cittadini continuano a confidare nel fatto che ne sarà al più presto consentita la fruizione.

Infine in Fondazione si dovrà metter mano allo Statuto per evitare le situazioni anomale che queste elezioni hanno portato alla luce. La più evidente è la coincidenza tra elettori ed eletti: il fatto che un componente del Consiglio di Indirizzo, chiamato a eleggere il Consiglio di Amministrazione, possa votare sé stesso aumenta il rischio di autoreferenzialità e si traduce in una distorsione per cui la lista che ricomprende il maggior numero di consiglieri di Indirizzo si garantisce la vittoria. Lo Statuto deve tornare all’origine quando prevedeva le dimissioni dei Consiglieri di Indirizzo nel momento in cui si candidavano per il Consiglio di Amministrazione.

Ora viene il bello per il nuovo Consiglio di Amministrazione atteso alla prova dei fatti!

Sara Gelli