130 milioni. A tanto ammontano i denari che la Regione Emilia Romagna ha stanziato per la costruzione del nuovo ospedale di Carpi il quale, lo ricordiamo, grazie a una variante urbanistica approvata in Consiglio Comunale sorgerà tra la Tangenziale Bruno Losi e le vie dell’Industria, 4 Pilastri e Guastalla. Una cifra probabilmente insufficiente per riuscire a coprire l’intero costo dell’opera soprattutto in considerazione degli aumenti legati al rialzo dei prezzi delle materie prime ma, assicura l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, “ci faremo carico anche dei rincari. Insomma avanti tutta, Carpi avrà il suo ospedale e sarà all’avanguardia ed energeticamente indipendente”.
Ora la palla è in mano all’Azienda sanitaria di Modena o, meglio, ai suoi tecnici, alle prese con la stesura dello studio di fattibilità, aggiornato sulla base del nuovo prezzario, strumento indispensabile per mettere finalmente nero su bianco il progetto e i costi previsti.
“Nei prossimi giorni – spiegano dall’Ausl – sono previsti degli incontri con la Regione e nelle prossime settimane verrà consegnata la fattibilità”.
Insieme a Donini era presente anche il deputato del Pd Andrea De Maria il quale ha più volte ribadito di voler marcare stretto il Ministero della Salute affinché “eroghi altre risorse”.
Il dibattito sulla necessità di una nuova struttura ospedaliera tiene banco in città da almeno quindici anni, che sia la volta buona? In attesa di scoprirlo, il Comune di Carpi ha avviato la procedura espropriativa propedeutica all’inizio dei lavori della nuova bretella, ovvero il prolungamento di via dell’industria fino alla zona autotrasportatori di Fossoli. Infrastruttura ritenuta strategica per la nuova struttura ospedaliera. Fermi invece gli espropri (tanti) per acquisire le aree necessarie per la costruzione del nosocomio e avviare il cantiere.
L’iter è ancora lungo e i tempi incerti: fondamentale dunque non abbandonare il Ramazzini. Il nostro grande vecchio, da qui a dieci anni, avrà bisogno di pezze. Tante.
Jessica Bianchi