L’acqua non basta per tutti, campi allo stremo

“Stiamo cercando di gestire al meglio la sesta siccità degli ultimi vent’anni, prelevando la poca acqua a disposizione nel Po e negli altri fiumi appenninici, con la consapevolezza che tale risorsa non è affatto sufficiente per soddisfare tutte le esigenze irrigue del comprensorio. Per far fronte a tale disequilibrio stiamo cercando di concordare con gli agricoltori quali colture irrigare e quali al contrario possono rimanere senza acqua. L’obiettivo non è solo quello di salvare i raccolti dell’anno ma anche di tutelare gli impianti pluriennali, come frutteti e vigneti: senza disponibilità di acqua fino alla fine di agosto, in caso non piova, rischiano infatti di essere compromessi per gli anni futuri”, spiega Francesco Vincenzi, presidente del Consorzio di Bonifica della Burana.

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“La combinazione devastante di carenza d’acqua e alte temperature sta mettendo in ginocchio l’agricoltura modenese con perdite che si attestano, al momento, a circa 1/3 della produzione”. E’ quanto afferma il presidente di Coldiretti Modena, Luca Borsari, nel commentare i dati allarmanti dell’emergenza idrica presentati dal Consorzio di Bonifica Burana.

“Ad oggi si registrano cali fino del 50% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, perdite del 40% per la soia, del 30-35% per il sorgo, del 20% per il frumento ma anche problemi per le pere, che sono di pezzatura ridotta rispetto al normale sviluppo, e per i vigneti. A questo si aggiungono i rischi legati ad una maggiore incidenza di talune patologie che si sviluppano con queste condizioni climatiche” prosegue Borsari.

L’acqua non basta per tutti come sottolinea Francesco Vincenzi, presidente del Consorzio di Bonifica della Burana: “stiamo cercando di gestire al meglio la sesta siccità degli ultimi vent’anni, prelevando la poca acqua a disposizione nel Po e negli altri fiumi appenninici, con la consapevolezza che tale risorsa non è affatto sufficiente per soddisfare tutte le esigenze irrigue del comprensorio. Per far fronte a tale disequilibrio stiamo cercando di concordare con gli agricoltori quali colture irrigare e quali al contrario possono rimanere senza acqua. L’obiettivo non è solo quello di salvare i raccolti dell’anno ma anche di tutelare gli impianti pluriennali, come frutteti e vigneti: senza disponibilità di acqua fino alla fine di agosto, in caso non piova, rischiano infatti di essere compromessi per gli anni futuri”.

Al momento, spiega Vincenzi, viene prelevato “solo il 20% di quello di cui avremmo bisogno e questo crea difficoltà nel mantenere la quota di risorsa idrica nei canali”.

Fondamentale per il Consorzio è l’utilizzo di sistemi irrigui ad alta efficienza: “ormai quasi tutti i frutteti e le colture orticole, come pomodori e meloni ad esempio, vengono innaffiati con impianti a goccia ma con queste alte temperature le piante avrebbero bisogno di un maggiore quantitativo di acqua”, ammette Francesco Vincenzi. 

Sugli irrigatori a getto, nei quali la dispersione di acqua è enorme, funzionanti anche nelle ore più calde della giornata, il presidente del Consorzio non ha dubbi: “stiamo parlando di una tecnica usata ormai solo per alcune culture ma detto ciò il tema è che dobbiamo irrigare in tutte le ore della giornata perché altrimenti non riusciremmo a soddisfare le esigenze di tutti. Se l’irrigazione fosse concentrata solo nelle ore notturne si creerebbe uno squilibrio tra l’acqua prelevata e quella distribuita in campagna. Poi vi è anche un tema di ordine pubblico: molti comuni infatti dopo le 23 vietano l’irrigazione a causa del rumore. Insomma dobbiamo conciliare le esigenze climatiche con quelle organizzative dei territori”.

La siccità che stiamo affrontando ha evidenziato ancora una volta come l’Italia abbia bisogno di nuovi invasi per raccogliere l’acqua a servizio dei cittadini e delle attività economiche. Per questo Coldiretti insieme ad Anbi – Associazione nazionale delle bonifiche, ha elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua dalla pioggia. Resteranno solo progetti?

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