Lettera aperta a un commerciante del Centro Storico di Carpi

"Capiamo che il cambiamento non dia certezze pregresse e conservare quel che c’è è più tranquillizzante. Tante città però, dimostrano che se si vuole un Centro Storico vivo, si deve cambiare" scrive Enzo Malagoli, WWF Emilia Centrale.

0
10300

Caro Commerciante,
Capiamo che il cambiamento non dia certezze pregresse e conservare quel che c’è è più tranquillizzante.
Tante città però, dimostrano che se si vuole un Centro Storico vivo, si deve cambiare.
In questi giorni arrivano finanziamenti che, finito il periodo del PNRR, probabilmente non saranno più così abbondanti.
Un grande personaggio dell’innovazione, Steve Jobs, ha affermato (parlava della pubblicità, ma il concetto è sicuramente estensibile): “In tempi di crisi, innovare è come costruirsi le ali mentre gli altri precipitano”.
Sappiamo tutti che superata l’estate tornerà il tormentone dell’aria fra le più inquinate del mondo e relativi provvedimenti tampone che faticano a risolvere i problemi e ci chiediamo:

A che ti serve un centro storico impregnato da fumi con la gente che non può soffermarsi perché rischia una multa salata?
Nel tempo abbiamo visto macchine andare lungo le vie strette che affiancano il centro e malcapitati che si dovevano appiattire contro i muri, per non essere travolti.
Abbiamo visto gente chiedersi se valeva la pena di percorrere le vie adiacenti al “Centro” disadorne, spesso con marciapiedi strettissimi e rotti, con muri scrostati.

Abbiamo visto gente che non sapeva che in quella via c’era un orafo, o un venditore di abiti sportivi, o di fumetti, una pescheria, un barbiere, un antiquario, un negozio etnico, una piadineria, … Abbiamo visto gente provare ad aprire un negozio (probabilmente facendo debiti per arredarlo) e poi chiuderlo, perché nessuno sapeva che c’era e nessuno passava di lì.

Abbiamo visto città turistiche che pure avevano vie strette, ma erano molto curate dal punto di vista estetico, con muri dipinti e selciati perfetti senza una buca o una smagliatura, con fiori appesi.

Abbiamo visto vie nei cui ingressi sono stati messi cartelli (belli e ben disegnati), che riportavano quali negozi o laboratori, vi si potevano trovare e anche targhe che spiegavano chi erano gli illustri personaggi ai quali era stata intitolata la via, con un codice QR per saperne di più.

Senza auto sfreccianti si potevano tranquillamente leggerli.

Abbiamo visto commercianti che hanno voluto un centro storico tranquillo, dove la gente potesse passeggiare sicura, rimanere a chiacchierare, vedere le vetrine e … far spesa.
Abbiamo visto commercianti che, già dal 2005, han preso sul serio il poderoso studio della Fondazione Caracciolo dell’ACI dedicato ai centri storici (*).

Una piccola proposta:
Certo la Val di Fossoli non è la Val Gardena e Carpi non è Ortisei, ma proverei a chiedere al Comune, di non limitare il verde e i fiori ai progetti di riqualificazione di Viale Carducci e di via Roosevelt, ma di abbellire anche le vie del Centro, man mano che avanzerà la sistemazione e lo ZTL, provando a fare un bando tra i fiorai/vivaisti.

Abbiamo visto commercianti che, avendo osservato le città che hanno centri storici che funzionano dal punto di vista commerciale, ne hanno tratto le opportune conseguenze.

Enzo Malagoli WWF Emilia Centrale