“I continui incrementi dei carburanti alla pompa – si legge nel comunicato di Federconsumatrori Modena – consegnano un inizio di settimana con il generale raggiungimento e superamento dei 2 euro al litro per la benzina self, oltre al netto incremento del diesel. Ormai è del tutto fagocitata la riduzione delle accise di 0,31 euro, introdotta dal Governo ad aprile, utilizzando una parte delle maggiori entrate fiscali portate dalla crescita dei carburanti.
Tralasciando i distributori autostradali, che in provincia hanno raggiunto i 2,209 nella benzina self e i 2,449 nel servito, oggi sulla città di Modena e comuni limitrofi un solo distributore applica un prezzo di 1,985 Euro al litro, una decina si attestano un centesimo sotto i 2 euro, mentre gli altri si distribuiscono su prezzi superiori, fino a 2,064. Non va diversamente in provincia, con la singolare eccezione di alcuni distributori tra Riolunato, Pievepelago e Montecreto. In particolare a Riolunato nel fine settimana si è registrato un prezzo al litro di 1,789 Euro”.
“Abbiamo esaminato – sottolinea Marzio Govoni presidente di Federconsumatori Modena – alcune province limitrofe a quella di Modena; sostanzialmente similari le condizioni a Bologna e Reggio, con un ristrettissimo differenziale tra insegne; piuttosto significative al contrario le situazioni delle province di Ferrara e Mantova, dove si trovano ancora distributori nelle fasce di prezzo inferiori coi minimi a 1,775 a Ferrara, e a 1,799 a Mantova.
Il prezzo del petrolio greggio è da tempo instabile, ma ancora al di sotto delle punte raggiunte ad aprile e maggio. Secondo alcuni osservatori le speculazioni internazionali in corso sul prezzo dei carburanti sono da riferirsi sia alla forte ripresa economica cinese, dopo il parziale lockdown dei mesi scorsi, che al rifiuto dei paesi produttori di greggio di aumentare le estrazioni per fare fronte alle problematiche relative alla guerra in Ucraina.
A Modena colpisce lo straordinario livellamento dei prezzi, il range massimo-minimo così ridotto, una sorta di azzeramento della concorrenza in un contesto generale di forte rialzo.
E’ venuto meno il ruolo di alcuni distributori capaci di proporre prezzi inferiori, e conseguentemente di essere traino e stimolo per gli altri. Certo, i prezzi sono liberi, ognuno fa quello che crede, perché poi sono i consumatori a premiare chi è capace di fornire i prezzi ed i servizi migliori. Ma se la concorrenza diventa marginale o nulla (e non stiamo parlando dei gestori di pompe), cosa succede? L’Antitrust deve al più presto dare un segnale di vitalità.
L’8 luglio scade il provvedimento di proroga della riduzione delle accise; la sua proroga è inevitabile, pena il deragliamento della benzina verso 2,3/2,4 euro al litro, e oltre.
Facile dire che bisogna fare di più, che è necessario aumentare la riduzione delle accise, anche intervenendo sugli extraprofitti. Ma che fare, se la riduzione viene in poco tempo inghiottita dalle speculazioni, e se i soggetti che andrebbero tassati per gli enormi maggiori profitti hanno sede in paesi esteri, fuori dalla nostra giurisdizione?
Sono temi certamente non facili da affrontare, ma colpisce l’inazione del Governo, la continua politica degli annunci, ai quali non fanno seguito azioni concrete.
Colpisce l’incapacità della politica di intuire, in questo momento, quali siano le priorità delle famiglie italiane, e quanto alta sia la tensione nel paese per una condizione economica che sta presentando il conto soltanto alla parte più debole del paese”.