La pandemia ha lasciato in eredità tempi di attesa dilatati per la sanità dell’Emilia- Romagna. Ma ora c’è il piano per rientrare in zona “verde” già per la fine dell’anno. Entro dicembre infatti la Regione conta di rispettare almeno nel 90% dei casi le prima visita specialistiche entro 30 giorni e gli accertamenti diagnostici entro 60. Sul fronte invece degli interventi chirurgici si prevede nel 2022 il recupero della capacità produttiva al 92% dei livelli del 2019 e il ripristino completo della capacità pre-pandemica nel 2023. “Il nostro obiettivo- spiega illustrando il piano l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini– è arrivare per le prestazioni specialistiche, diagnostiche e gli interventi chirurgici al 90% entro dicembre di quest’anno, per poi nel 2023 raggiungere pienamente gli obiettivi pre-Covid“, in pratica attorno al 95% di rispetto dei tempi di attesa per le diverse prestazioni. Per raggiungere il traguardo si prevede intanto un incremento dell’offerta, sia attraverso nuove assunzioni, sia ampliando le prestazioni del personale dipendente extra orario di lavoro. Si punta inoltre ad un miglioramento dell’appropriatezza delle prestazioni, ma soprattutto avrà più peso il privato: è previsto infatti un aumento delle prestazioni su cui sarà possibile coinvolgere il privato accreditato e per far questo ci sono già sette milioni di euro del fondo sanitario nazionale vincolati a questo scopo. Infine, l’intenzione è sfruttare al meglio anche la telemedicina e la telerefertazione, che permetteranno di risparmiare tempo. Particolare attenzione verrà riservata alle prestazioni più delicate, a partire dagli interventi chirurgici oncologici e cardiovascolari (oltre alle biopsie al fegato). Il target scende all’85% per quanto riguarda gli interventi sulla protesi d’anca, dove c’è una “lista d’attesa enorme, perchè il 60% delle richieste viene da fuori regione”, sottolinea ancora Donini. Per il quale, a questo punto, “l’unica incognita sono i mesi autunnali. Speriamo che il Covid sia in fase endemica”. In questo momento “siamo di fronte ad una domanda che è addirittura superiore a quella del 2019”, sottolinea il direttore generale dell’assessorato Luca Baldino.
“L’obiettivo concordato con le aziende è arrivare già entro settembre ad un deciso miglioramento della situazione. Speriamo che la tregua che ci ha concesso il Covid continui. Ma non possiamo permetterci di avere focolai negli ospedali, quindi le precauzioni per un po’ continueranno”. Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, si dice pronto al confronto coi sindacati, che comincerà nei prossimi giorni.
“Qui si è sempre deciso insieme”, ricorda. Ma “se si indebolisce il ruolo politico dell’Emilia-Romagna- sottolinea poi- sarà più difficile la contrattazione a Roma”. I sindacati della sanità “hanno tutto il diritto di manifestare, ma le criticità sono complessive di questo paese, noi vogliamo risolverle”. Quello presentato oggi, dice ancora il governatore, “è un piano molto serio, come sempre siamo abituati a metterci la faccia. Siamo tutti in difficoltà per la tragedia che si è abbattuta su di noi, ma abbiamo fissato obiettivi per ottenere risultati già quest’anno. Prima della pandemia l’Emilia-Romagna veniva citata per i tempi di attesa in queste prestazioni, ora vogliamo tornare lì”.
Liste d’attesa, la Regione ha il piano di recupero
"Il nostro obiettivo- spiega illustrando il piano l'assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini- è arrivare per le prestazioni specialistiche, diagnostiche e gli interventi chirurgici al 90% entro dicembre di quest'anno, per poi nel 2023 raggiungere pienamente gli obiettivi pre-Covid"