Sabato 11 giugno, alle 20.30, il vescovo Erio Castellucci presiederà la concelebrazione eucaristica con il rito di dedicazione della chiesa sussidiaria della parrocchia di Sant’Agata Cibeno a Carpi. La liturgia si terrà nella solennità della Santissima Trinità a cui l’edificio è intitolato.
L’evento tanto atteso dalla parrocchia pone il suggello a una vicenda di progettazione e di costruzione durata quasi vent’anni: se la chiesa è stata aperta al culto l’8 dicembre 2020, le limitazioni imposte dalla pandemia hanno impedito fino ad oggi che il cammino fosse portato a compimento. Una parte importante del percorso, cominciato con monsignor Elio Tinti, si è sviluppata durante l’episcopato di monsignor Francesco Cavina: per questo sarà lui a presiedere la Santa Messa festiva domenica 12 giugno, alle 10.
“E’ molto più di una semplice inaugurazione – commenta il parroco, don Andrea Zuarri -. Va sottolineato, infatti, che la chiesa non è semplicemente una costruzione architettonica, ma è immagine visibile della comunità che lì si riunisce per pregare e per celebrare i misteri della salvezza”. Un pensiero speciale è rivolto da don Zuarri al suo predecessore, don Carlo Gasperi. “Ha fortemente voluto la costruzione della nuova chiesa, per rispondere alle esigenze di una parrocchia che in questi decenni si è trasformata con lo sviluppo del quartiere”.
Tra i momenti più suggestivi della celebrazione di sabato 11 giugno, sotto l’altare, saranno deposte le reliquie di martiri e santi, poiché, come intende evidenziare il rito, dal sacrificio di Cristo sgorga ogni martirio e santità. Si sono scelte tre figure prossime a noi per la provenienza e per l’epoca in cui sono vissute: il Beato carpigiano Odoardo Focherini (1907-1944), martire della carità nel lager di Hersbruck; il Beato Rolando Rivi (1931-1945), giovanissimo seminarista, originario di San Valentino di Castellarano, ucciso in odio alla fede da un gruppo di partigiani comunisti; Santa Clelia Barbieri (1847-1870), che a Le Budrie di San Giovanni in Persiceto fondò l’istituto di suore poi denominato Minime dell’Addolorata.