You cannot understand good design if you do not understand people; design is made for people (Non puoi capire il buon design se non capisci le persone. Il design è fatto per le persone) soleva ripetere il designer industriale tedesco Dieter Rams.
Ed è proprio da tale consapevolezza che è nata Mano. Una sfera luminosa in palmo di mano. Una lampada da tavolo dal sapore vagamente surrealista il cui messaggio arriva dritto al cuore. Potente e immediata, ha fatto spalancare le porte del Salone del Mobile di Milano a Martina e Giorgia Stabellini.
La loro è una storia bella. Fatta di talento, creatività e tanta passione. Per le due sorelle carpigiane, rispettivamente architetto e designer, la partecipazione alla prestigiosa kermesse milanese è un sogno che si avvera, il riconoscimento del lavoro e dei sacrifici compiuti sino ad oggi.
“Quando ci è stato comunicato di essere state selezionate non potevamo crederci e dopo la gioia dell’incredulità – raccontano le due sorelle – siamo scoppiate in un pianto liberatorio”.
Un amore quello per il design nato quasi per caso, in punta di piedi: “nonostante avessimo due formazioni differenti – spiega Martina – abbiamo pensato di unire le forze per costruire qualcosa insieme. Per metterci in gioco e sperimentare. Giorgia è decisamente Pop mentre io ho un concetto più vintage di design e architettura. Due concept diversi che però possono coesistere, contaminarsi, dando così vita a qualcosa di nuovo”.
In Mano, il primo e poetico oggetto creato dalle due sorelle, la compenetrazione dei due stili è tanto forte quanto efficace: “io – sottolinea Giorgia – sono molto affezionata al mondo del manichino mentre Martina è attratta dalle proporzioni. Da qui l’idea di unire il concetto di sfera, rappresentazione dell’armonia per antonomasia, con quello della gestualità. Del corpo umano”.
Nella loro opera razionalità e irrazionalità coesistono. Reale e onirico si fondono insieme. “Il nostro desiderio più grande – continuano – è quello di essere comprese. Di realizzare oggetti che non abbiano bisogno di spiegazione alcuna. Vogliamo parlare una lingua universale. Trovare connessioni comuni a tutti, a prescindere dalle rispettive origini. Con Mano vogliamo, da un lato, richiamare una forma universale e trasversale a tutte le culture, come appunto l’arto umano e, dall’altro, con il globo di luce che regge, aprire al sogno, in cui ognuno può leggere il proprio personale bisogno di ‘illuminazione’, di aprirsi a significati altri”.
Il tema della sostenibilità, argomento principale del SaloneSatellite 2022, è molto caro a Giorgia e Martina, per questo “il corpo della lampada si compone di una parte di manichino recuperata da pezzi di magazzino dimenticati, dando così loro la possibilità di riprendere vita e di non dover essere smaltiti; mentre abbiamo scelto una lampadina a led per coniugare bellezza ed eleganza a un basso consumo energetico”, aggiunge Martina.
Mano rientra nella collezione Sagoma, un progetto a cui le due sorelle stanno lavorando: “stiamo disegnando e sviluppando altri oggetti ma li produrremo più avanti e non vogliamo fare spoiler”, sorridono. Una cosa è certa, ogni pezzo sarà un viaggio, della mente e del cuore. Alla ricerca di un altrove in cui tutti possono identificarsi, rispondendo al bisogno di bellezza che ciascuno di noi nutre. Perché è lì che Martina e Giorgia vogliono arrivare.
Jessica Bianchi