Il progetto sperimentale di street tutor che ha avuto l’avallo della Prefettura decollerà in città a partire dal mese di giugno. Gli street tutor (figura prevista e disciplinata dall’articolo 9 della legge regionale 24/ del 2003), lo ricordiamo, non sono volontari, bensì persone che rientrano negli elenchi prefettizi, spesso con esperienza di buttafuori nei locali, e che verranno dovutamente formati secondo le linee previste dalla Scuola regionale della Polizia locale. La loro è una funzione di mediazione dei conflitti e in questa prima fase saranno dislocati in Piazza Garibaldi ma la previsione è quella di impiegarli anche in altre zone della città e, in particolare, in prossimità dei locali. L’esempio a cui si rifà l’Amministrazione carpigiana è quello di Bologna e Imola dove queste figure stanno dando un contributo importante in termini di presidio, in particolare nei luoghi deputati alla movida. Non sono sostitutivi delle Forze dell’Ordine ma fungeranno da ponte tra le legittime esigenze di quiete dei residenti e quelle dei gestori dei locali per favorire così una civile convivenza. Gli street tutor, così come previsto dalla legge, non saranno armati e indosseranno una divisa per essere immediatamente riconoscibili. Il progetto, messo in campo grazie a un finanziamento regionale di 92mila euro, prevede anche l’implementazione del sistema di videosorveglianza e un aumento dei servizi di presenza della Polizia Locale. Per gli street tutor sono stati messi a disposizione 35mila euro, come si legge nella determina emessa in questi giorni dall’Unione delle Terre d’Argine, e verranno assegnati all’Istituto Securevent di Modena a cui è “affidato il primo contratto”. Il progetto è armai alle battute finali “e i tempi sono maturi. Incontreremo sia i residenti della Pizzetta che i gestori dopodiché, verosimilmente entro la fine di maggio e la prima settimana di giugno, gli street tutor scenderanno fisicamente in piazza”, spiega l’assessore alla sicurezza, Mariella Lugli.
Jessica Bianchi