La canapa è come il maiale, non si butta via niente

Pianta eccezionale e dai molteplici utilizzi, la canapa potrebbe diventare la fibra del futuro: ecocompatibile e intelligente consente di realizzare nuove proposte di prodotto e innovativi modelli di business. E che vi sia un crescente e trasversale interesse intorno alle sue potenzialità è dimostrato anche dal successo incassato ieri, mercoledì 11 maggio, dal convegno Canapa una risorsa per il futuro organizzato dal neonato Comitato ProCanapa di Carpi: in un giorno feriale è riuscito a fare il tutto esaurito in Sala Duomo.

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La stilista Anna Molinari, tra i partecipanti al convegno Canapa una risorsa per il futuro

La canapa è come il maiale, non si butta via niente: sarà per questo motivo che questa pianta eccezionale e dai molteplici utilizzi, dal tessile all’edilizia, dalla cosmetica alla farmaceutica, all’alimentare sta suscitando un crescente e trasversale interesse.  A dimostrarlo è anche il successo incassato ieri, mercoledì 11 maggio, dal convegno Canapa una risorsa per il futuro organizzato dal neonato Comitato ProCanapa di Carpi: in un giorno feriale è riuscito a fare il tutto esaurito in Sala Duomo. La filiera della canapa, fiorente a Carpi e dintorni fino agli Anni Cinquanta, può tornare, dando così nuovo vigore a un’economia in sofferenza e apportando al contempo numerosi benefici ambientali grazie alla sua capacità di assorbire Co2 dall’aria e di rigenerare terreni impoveriti.

Werther Cigarini

“Il nostro primo obiettivo – ha dichiarato Werther Cigarini, componente del Comitato – è quello di promuovere la conoscenza, le potenzialità e le caratteristiche della canapa per risvegliare l’interesse di agricoltori, imprese e istituzioni intorno a questo tipo di coltivazione che fa bene all’ambiente e all’economia e valutare così se può diventare una risorsa per il nostro territorio e in particolare per un distretto, quello del tessile, che deve assolutamente rilanciarsi e ripensarsi anche in chiave green. Promuovere delle filiere corte intorno alla canapa e ricorrere a finanziamenti pubblici è un’operazione complessa, ma se non ora quando? E’ una scommessa certo, ma per affrontare le sfide del futuro occorre avere il coraggio di osare”. 

Le filiere di fornitura in questo complesso momento storico, tra guerra e pandemia, sono in crisi ovunque, “creare cicli produttivi su scala locale e dar vita a un marchio di qualità potrebbe comportare un forte vantaggio per il territorio. Noi – ha dichiarato il sindaco Alberto Bellelli – siamo disponibili a organizzare incontri con tutte le associazioni di categoria per cercare di capire se vi è un interesse concreto intorno a tale possibilità così come potremmo fungere da tramite con i vari livelli istituzionali per costruire qualcosa insieme. Se tale filiera dovesse partire, trovando opportunità di finanziamento sul medio periodo, di questa squadra l’ente locale vuol far parte”.

La canapa, ha aggiunto il giornalista Mario Catania, coordinatore del convegno “è resistente e con proprietà anti fungine e anti batteriche naturali, è più sostenibile del cotone e potrebbe dar vita a capi di moda e a tessuti per la casa. Basti pensare che negli Anni ’40 e ’50, in Emilia Romagna e in Italia, nonne e mamme creavano i corredi per le spose con la canapa che coltivavano vicino a casa. La canapa ha aiutato e sostenuto l’umanità per migliaia di anni e noi dobbiamo re-imparare a utilizzarla. Lo dobbiamo a noi stessi e alle generazioni future”.

Questa coltivazione, “abbandonata dagli agricoltori poiché comportava un faticosissimo lavoro nei campi”, ha spiegato il professor Gianpietro Venturi dell’Accademia Nazionale di Agricoltura con sede a Bologna, nel nostro Paese è pressoché scomparsa e il filato di canapa arriva quasi in toto dalla Cina. “In Italia reperire la canapa è difficilissimo. Non c’è, poiché a mancare  è prima di tutto la sensibilità nei confronti di questo materiale”, denuncia la stilista Fiorella Ciaboco che da 15 anni realizza capi in canapa. “La verità ce la dobbiamo dire,  – aggiunge – ad oggi l’ecosostenibile non porta fatturato. Servono battaglie per combattere i messaggi che promuovono il sintetico e soprattutto occorrono investimenti per rendere questo filato alla portata di tutti e soprattutto per migliorarlo. La canapa oggi è un filato casual, sportivo, perchè nessuno lo raffina. Ci si deve credere, passare dalle chiacchiere ai fatti perchè questo materiale ha infinite potenzialità”. D’altronde ha aggiunto l’ingegner Vittorio Cianci, “la canapa è la fibra del futuro: ecocompatibile e intelligente consente di realizzare nuove proposte di prodotto e innovativi modelli di business”.

La stilista Fiorella Ciaboco

E intanto qualcuno a pochi passi da casa nostra nella canapa ha investito eccome: “Villa Canapa, a Campogalliano,  – ha spiegato Alessio Manfredini – è una piccola realtà canapa friendly. Forte di una decennale esperienza sulla canapicoltura, in azienda agricola potrete assaggiare tortelli, tigelle, ricotta, gelato, birra, liquori e molto altro realizzati con derivati della canapa. E, ancora, sperimentare i benefici degli oli da massaggio… Tutte le piante che coltiviamo col metodo tradizionale, cioè a mano come i nostri nonni, sono cresciute con cura, attenzione e passione, nel massimo rispetto della natura, per ricavarne prodotti di qualità. La canapa ci ha aiutati a crescere tantissimo e a guardare al futuro in un’ottica diversa. Siamo piccoli ma disponibili a condividere la nostra esperienza con chi fosse interessato a scommettere su questa pianta e a contribuire a far crescere le economie locali”.

Jessica Bianchi